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Editoriale
Rapporto deficit/PIL: cosa disse Fantozzi?

Le mancette elettorali di Renzi avevano un prezzo, si sapeva. E adesso è arrivato il conto. Bruxelles vuole dall'Italia un taglio dello 0,2% del rapporto deficit/PIL (pari a 3,4 mld di euro), che deve rientrare nel mitico parametro del 3,0% entro aprile.
In pratica, la UE vuole che lo stato incassi di più (o che tagli per la stessa cifra), ma le regole europee non prevedono vincoli su come questi soldi siano reperiti. E, visto l'ammontare, per poter raccogliere una simile cifra in poco tempo, oltre alle solite accise e tasse varie, c'è solo la vendita di qualche asset. Una cosa che di solito va a favore degli amici (stranieri) a prezzo scontato. Cosa già vista nel 1992, con la riunione sul panfilo Britannia, o in date più recenti con le privatizzazioni suicide e sanguinose che ben conosciamo.
Adesso che Bruxelles (ma si dovrebbe leggere Berlino & Parigi) ci agita davanti il fantasma della Troika, qualcuno nel governo sembra portarsi avanti, e propone la vendita di asset statali, come Poste e CDP. Un modo subdolo per consegnare i risparmi degli italiani in mani straniere, così affamate di liquidità vera. Oppure cedere ferrovie o altre utility a prezzo di saldo. Questo è stato il tipo di saccheggio operato in Grecia negli ultimi anni sotto l'egida della Troika.
Noi invece, a quanto pare, anticiperemo gli eventi pur di compiacere Bruxelles e le solite entità finanziarie bramose da tempo di spolparci. Avremo mai un sussulto di orgoglio e gridare per una volta che il "ce lo chiede l'Europa" è un'idiozia suicida? In fondo, anche Fantozzi nel suo piccolo con una frase scatenò gli applausi del pubblico appecorato.
PS: Moody's (quelli che ci amano e avevano taroccato i report innescando la crisi dei titoli di stato nel 2011 che ci ha portato in ragalo Monti) ha lasciato stabile il suo outlook, e la nostra produzione industriale è aumentata del 6,6% su anno. Non sarà che qualcuno esagera con le fake news



Claudio Gandolfo

In questo numero


 

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