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25/01/2017

economia

Anno nuovo? Lo scenario e' positivo

Beffy (Exane BNP Paribas): ci aspettiamo un rallentamento dell'economia americana nel secondo e terzo trimestre. Acceso dibattito sull'inflazione: positiva o negativa? In linea con le aspettative o superiore? Ciclica o strutturale?

Ci tengo a precisare che cercare di stimare il futuro e avere una view sull'andamento dell'economia globale e sulla politica anno dopo anno potrebbe sembrare sempre più insensato. Tuttavia, è necessario fare delle stime a medio termine e valutare i rischi delle nostre opinioni.
Lo scorso anno ad aprile, quando abbiamo iniziato a spingere il tema della reflazione, in linea con il nostro scenario del 1999, la nostra opinione non è stata ben accolta. In effetti, il consensus privilegiava, alla luce del difficile inizio del 2016, uno scenario più che altro simile al 2008. Attualmente il tema della reflazione è il tema maggiormente condiviso dal consensus ed ha permesso un aumento dell'ottimismo. Per esempio, il sell-off del mercato obbligazionario è paragonabile a quello verificatosi nel 2013 a seguito del tapering della Fed. In un contesto così ottimista, il consensus potrebbe restare deluso dalla pubblicazione di dati meno positivi del previsto.
Sicuramente, l'accelerazione dell'economia a livello globale negli ultimi trimestri dovrebbe assicurare una crescita relativamente solida nel 2017.

Se Trump dovesse riuscire ad introdurre uno stimolo fiscale entro la fine dell'anno, l'attuale ciclo economico potrebbe prolungarsi. Tuttavia, prima di osservare l'impatto positivo derivante dallo stimolo fiscale, l'elevato livello del dollaro, il petrolio e i rendimenti dovrebbero pesare negativamente sull'economia americana nel secondo e terzo trimestre causando un rallentamento temporaneo. Probabilmente questa situazione si rifletterà nei leading indicators che dovrebbero toccare un massimo nel primo trimestre (ci aspettiamo che l'indice US ISM Manufacturing raggiunga, ad esempio, il proprio picco a febbraio) e nei flussi di credito che dovrebbero registrare un rallentamento. Inoltre, dato che l'inflazione, e conseguentemente l'inflazione attesa, dovrebbero registrare un calo nel secondo quadrimestre a causa dell'effetto negativo dell'inflazione sul settore energetico, i rendimenti relativi al tema della reflazione potrebbero diminuire nel primo semestre di quest'anno.
Via via che inizieremo ad incontrare gli investitori nel 2017, l'inflazione potrebbe essere uno dei temi più caldi.

In primis, alcuni si preoccupano del fatto che il consensus sta sottostimando l'inflazione alla luce dell'eterogeneità degli ultimi dati come l'indice dei prezzi al consumo tedesco, i prezzi pagati nell'indice ISM o nelle esportazioni cinesi. Questa situazione potrebbe portare ad una politica monetaria più restrittiva del previsto negli Stati Uniti e ad un "surriscaldamento" del mercato in Paesi come la Svezia.
Un secondo dibattito potrà riguardare la natura dell'inflazione. A nostro parere stiamo attraversando un ciclo che non permette un aumento strutturale dell'inflazione. La sovra-capacità cinese non è, ad esempio, improvvisamente sparita. Infine, ci troviamo di fronte ad un'inflazione positiva o negativa? Il minor rischio di uno scenario con deflazione è sicuramente positivo dopo i recenti timori in merito ad una stagnazione secolare. Tuttavia, alcune società dovranno far fronte a costi di produzione più alti, con conseguente calo della redditività.
Inoltre, l'anno scorso siamo rimasti sorpresi dai risultati del referendum britannico e delle elezioni americane. Per questo, molti investitori sono preoccupati dai possibili rischi a livello politico.


Il calendario elettorale europeo è molto fitto questo anno. Tuttavia, le elezioni potrebbero svolgersi più tranquillamente del previsto. In particolare, pensiamo che il rischio che la Le Pen venga eletta in Francia sia molto contenuto e ci aspettiamo che le elezioni francesi possano aprire la porta a importanti riforme economiche. L'Italia è il paese che ci preoccupa maggiormente, tuttavia, è difficile che il M5S possa avere la maggioranza in caso di elezioni anticipate.
Anche se il 2017 è un numero primo e quindi si porta dietro un alone di mistero, ci auguriamo che quest'anno sia più semplice del 2016. L'agenda politica americana potrebbe essere un "game changer" a livello economico e politico. Fino ad ora ha raccolto solamente consensi positivi. Questo potrebbe essere un punto molto favorevole. Ma, come dimostrato dal mandato di Abe, un aumento della fiducia non sempre si traduce in risultati a livello economico.
A seguito delle prime nomine di Trump, vi è il rischio che prevalga una politica fiscale più conservativa, un programma più nazionalista del previsto sul commercio e un chiaro trend di deregolamentazione. La riforma sulla tassazione societaria ha già dato via ad un vivace dibattito.


Anche in questo campo vi sono molte incognite: l'entità del taglio fiscale, maggiori precisioni sulla deducibilità degli interessi e la possibilità di implementare "l'aggiustamento della tassa societaria per il rientro dei capitali" che potrebbe portare ad una svalutazione a livello fiscale negli Stati Uniti. Numerosi sono, dunque, i dibattiti che ci troveremo ad affrontare quest'anno.

Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas


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