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Editoriale
Lo dicono anche i tedeschi (che l'euro serve solo a loro)
"L'insistenza tedesca per una politica di austerità nell'eurozona ha reso l'Europa più divisa che mai prima d'ora, e una spaccatura dell'Unione europea non è più inconcepibile". "Gli strenui, duri sforzi di Paesi come Francia e Italia di ridurre i loro deficit e debiti sovrani hanno aperto anche spazio a rischi politici". "La Germania è il Paese che trae più beneficio dalla Comunità Europea, sia economico sia politico". Chi ha pronunciato queste frasi? Le Pen? Salvini? No, Sigmar Gabriel, leader della Spd, vicecancelliere e ministro dell'economia tedesco in una intervista a Der Spiegel e rilanciata nel mondo dalla Reuters (https://goo.gl/EPdVa3). Il 2017 si quindi aperto col botto. Trump non si è ancora insediato, la Brexit non è neppure iniziata, ma l'Unione Europea e l'euro scricchiolano come non mai. Quest'anno si terranno le elezioni in Olanda, Francia e Germania, e da più parti si parla sempre più assiduamente di rischi politici. In molti Paesi crescono vertiginosamente le quotazioni dei partiti populisti, definizione generica per tutti coloro che non vogliono più esser parte di un'unione europea e monetaria che - grazie alle politiche di austerity - ha visto solamente la Germania goderne i benefici. E gli altri Paesi impoverirsi. Può essere che le elezioni vedano vincitori comunque Fillon e Merkel, ma ormai di come stanno le realmente le cose sempre più persone ne sono consapevoli. E intendono cambiarle.
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