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07/12/2016

economia

Dopo le elezioni USA sui mercati ci saranno ancora riposizionamenti

Peers (Mirova): occorre verificare quanto i cambiamenti delle politiche di Trump avranno effetto sui fondamentali. Mentre alcuni di questi avranno effetti nel medio termine, altri no

Mentre le politiche di Trump risultano ancora poco chiare e il suo tono più smorzato rispetto a quello della campagna elettorale, il neo Presidente americano ha dato indicazioni su come intende rendere di nuovo grande l'America. Sette sono le mosse che intende intraprendere:
- aumentare la spesa pubblica per le infrastrutture nel campo dell'energia, trasporti, scuole, ospedali, acqua, allo scopo di stimolare la crescita economica locale e l'occupazione;
- ridurre le aliquote fiscali per le persone fisiche e le società;
- combattere l'immigrazione illegale per stimolare l'occupazione interna;
- rinegoziare gli accordi commerciali internazionali, al fine di rendere la produzione statunitense più competitiva nel mercato interno;
- rendere il settore healthcare più accessibile sostituendo il sistema esistente, "Obamacare";
- ridurre la regolamentazione, in particolare nel settore della finanza e dell'ambiente;
- massimizzare l'utilizzo delle riserve di combustibile fossile, ponendo maggiore attenzione su carbone, gas di scisto e petrolio.


Dal punto di vista macroeconomico, l'aumento della spesa per le infrastrutture e la riduzione della pressione fiscale dovrebbero condurre a un'accelerazione della crescita PIL americano. La battaglia all'immigrazione illegale e l'aumento delle barriere protezionistiche commerciali potrebbero invece provocare uno shock delle forniture, generando così maggiore inflazione. Infatti, minor immigrazione illegale renderebbe più difficile reperire forza lavoro a basso costo, provocando così un aumento dei costi per la produzione. La minor concorrenza con l'estero potrebbe invece aumentare i prezzi.
Se da un lato i mercati obbligazionari non sono favoriti dall'aumento dell'inflazione che genera l'aumento dei tassi nominali di interesse e la diminuzione dei prezzi delle obbligazioni, i mercati azionari sono tipicamente positivi in contesti di crescita economica solida, combinata con una moderata inflazione.
Questa è una buona notizia. Gli investitori, specialmente quelli azionari, hanno reagito in modo aggressivo all'elezione di Trump riposizionando i portafogli al fine di trarre vantaggio dal nuovo scenario.

Le società operanti nel settore delle infrastrutture, come quelle industriali (comprese anche le infrastrutture per acqua ed efficienza energetica), sono state chiaramente le migliori. Anche i titoli finanziari hanno beneficiato della situazione, in vista di maggiori utili per banche e assicurazioni, grazie a più alti tassi di interesse e a una potenziale minore regolamentazione. Quest'ultimo fattore ha favorito anche il settore big pharma, a spese del settore dei servizi e delle apparecchiature mediche. Le società del settore dell'energia rinnovabile sono state sotto pressione, e i settori sensibili ai tassi di interesse (come utilities e real estate), hanno sottoperformato, visto l'aumento dei tassi. Penalizzate le azioni tecnologiche, poiché gli investitori hanno preferito posizionarsi sui finanziari.
Questi riposizionamenti sono sostenibili? I settori sovraperformanti hanno reagito anticipando la crescita dei fondamentali. Tuttavia è importante restare cauti. Parte del riposizionamento è probabilmente giustificabile, ma non è detto che la crescita dei fondamentali avvenga, soprattutto nel breve termine. Come già osservato nel 2009, c'è infatti un significativo lasso di tempo tra l'annuncio di un piano di spesa per le infrastrutture e l'aumento degli utili delle imprese che operano in questo settore.


Se la storia si dovesse ripetere, ci saranno maggiori opportunità in questo settore quando le società inizieranno a conseguire utili.
Nel campo dell'energia è importante notare che la maggior parte degli stimoli e delle norme che regolano il settore sono decisi a livello statale. Molti dei recenti investimenti nelle rinnovabili sono stati effettuati in Stati controllati dal partito repubblicano e ciò indica che l'energia pulita non è necessariamente incompatibile con i principi dei partiti. I costi di produzione più bassi hanno reso le rinnovabili più competitive rispetto ai combustibili fossili, per cui gli aspetti economici e il clima sono due fattori da considerare. Donald Trump ha già annunciato di finanziare una parte significativa della spesa per le infrastrutture tramite partnership pubblico-private. Ciò creerà delle opportunità per gli investimenti privati, compresi i green bond.
Guardando l'outlook nel lungo termine, l'elezione di Trump non ha poi modificato le cose. La sua elezione semmai rappresenta la reazione degli americani ad alcuni mega trend che affliggono il mondo e la società, come l'urbanizzazione, la digitalizzazione e l'invecchiamento della popolazione.


Come ogni altro presidente, Donald Trump introdurrà probabilmente buone e cattive politiche. Come investitori sostenibili, continueremo a supportare e a trarre beneficio da quelle buone (come l'aumento delle spese infrastrutturali per acqua, ospedali e scuole), tenendo sotto controllo i rischi (compresi i cambiamenti climatici) generati dalle cattive politiche.
Il mercato si è riposizionato. Mentre alcuni dei cambiamenti avranno effetti sui fondamentali nel medio termine, altri no. È inoltre importante essere attenti, poiché nelle prossime settimane ci sarà più chiarezza attorno alle nuove politiche, e quindi i mercati continueranno a riposizionarsi. Senza dubbio, ciò ci indurrà a effettuare dei cambiamenti nei nostri portafogli. Se crediamo che i cambiamenti saranno importanti, ridurremo la nostra esposizione nelle aree in cui gli effetti di tali cambiamenti saranno negativi, mentre aumenteremo l'esposizione nelle aree in cui invece essi saranno positivi. L'alta volatilità dei mercati crea inoltre opportunità per i gestori attivi, specialmente quelli che hanno una visione a lungo termine. Rafforzeremo pertanto la nostra attenzione verso quelle aree che, crediamo, abbiano subito correzioni troppo forti.




Jens Peers, Cio di Mirova
Lea Dunand, Chatellet, Head Of Equity di Mirova
Marc Briand, Head Of Fixed Income di Mirova



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