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02/11/2016

economia

Mercati: tra euforia e inerzia

Kreuzkamp (Deutsche AM): la situazione non è poi così male. In realtà, la maggior parte delle economie procedono lentamente in un ambiente tiepido

Abbiamo indici azionari che si avvicinano a livelli record, i prezzi del petrolio in via di stabilizzazione, le preoccupazioni estivi come Brexit, Cina e Italia accantonate, e ora, dopo l'enorme generosità delle banche centrali, i governi possono anche iniziare a toccare la loro cornucopia fiscale. Non dovrebbe essere questo motivo di euforia, soprattutto quando si sa che questo rally è alimentato dallo scetticismo e non dall'euforia?
Si consiglia un approccio sobrio in questo momento. La crescita economica rimane modesta, soprattutto nei mercati sviluppati, che è il motivo per cui molte banche centrali stanno ancora sperando nel sostegno del proprio governo. I governi, d'altra parte, sembrano vivere un momento difficile con le riforme e potrebbero trovare molto più comodo distribuire denaro. Questo avviene in un ambiente politico incerto, anche nei mercati sviluppati.
La questione Brexit non è ancora un affare definito e sta lentamente ma inesorabilmente diventando un mal di testa per i governi e le imprese.

L'Italia è vicina a un referendum che, se respinto, avrebbe quasi certamente aggravare la fragilità del Paese e in particolare il settore bancario.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno due candidati presidenziali che condividono una cosa in comune: quanto sono disprezzati da un insolito ampio segmento della popolazione.
Coloro che pensano che questioni politiche e i mercati azionari siano di breve durata hanno bisogno solo di dare uno sguardo alla sterlina inglese o, meglio ancora, al peso messicano, che quasi agisce come un barometro per le elezioni degli Stati Uniti. Questo è solo un esempio di come i mercati emergenti (EM) siano ancora dipendenti dai mercati sviluppati, ed è importante tenerlo a mente quando si vede l'entusiasmo intorno alla corrente stabilizzazione degli EM. Sia che si tratti del prezzo del petrolio, la forza del dollaro americano o il trend calante per le importazioni della Cina, diversi fattori potrebbero portare la favola estiva degli EM alla fine. Tuttavia, per il momento, come la maggior parte delle altre asset class, gli EM possono ancora contare sulla generosità delle banche centrali.
Ci sono ancora piccoli segni o anche molto più di una possibilità che l'allentamento della politica monetaria finirà presto.


La Federal Reserve degli Stati Uniti sta sempre più sottolineando che la sua riluttanza ad alzare i tassi di interesse deriva più dalle preoccupazioni strutturali che dalle preoccupazioni per venti contrari ciclici.
Tutto questo non suona molto come un motivo di euforia.
Certo, abbiamo parlato solo dei rischi. Ma l'abbiamo fatto perché è pericoloso sottovalutare le insidie semplicemente perché non fanno più notizia.
Rimaniamo cautamente ottimisti in quanto la situazione non è poi così male. In realtà, la maggior parte delle economie procedono lentamente in un ambiente tiepido. Come si è visto, questo è il miglior modo di agire per molte asset class. Ci auguriamo che i mercati rimangono noiosi perché, anche in questo caso, si presenta una sfida per ottenere rendimenti solidi.

Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di Deutsche AM


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