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Editoriale
NPL: a chi sono stati dati questi crediti?
Da tempo il nostro sistema bancario è nel mirino della BCE e degli organi di controllo (!) per via degli elevati crediti inesigibili, i cosiddetti Non Performing Loans. La cifra è imponente: si parla di circa 300 miliardi di euro. Colpa della crisi economica che mette in ginocchio aziende e famiglie che non riescono più a restituire i prestiti? Anche, ma non solo.
La CGIA di Mestre, da sempre attenta ai dettagli, ha fatto notare che secondo l'Ufficio Studi della Banca d'Italia, "l'80% circa dei finanziamenti per cassa era stato erogato dalle nostre banche al primo 10% degli affidati. Per contro, la quota di sofferenze causate dal primo 10% degli affidati è stato pari a poco più dell'81%. (...) In buona sostanza questo primo 10% di affidati - costituito quasi esclusivamente da grandi aziende, grandi famiglie e gruppi societari - fa il bello e il cattivo tempo nei rapporti con le banche. Sfrutta il suo potere negoziale per ottenere gli impieghi, ma essendo poco solvibile, fa pagare il conto agli altri che, malgrado siano buoni pagatori e costituiscano la stragrande maggioranza della clientela, si sono visti ridurre drasticamente l'offerta creditizia".
Parafrasando un noto detto, è facile fare l'imprenditore con i soldi degli altri, sfruttando politica e imprenditoria consociativa. E si capisce così meglio perché il Centro Studi di Confindustria ha rilasciato un irrituale documento per cui se passasse il No al referendum in autunno, accadrebbero disastri immani alla nostra economia, tra cui una ripresa della recessione, -4% del PIL, un calo di 400mila posti di lavoro, -17% di investimenti, aumento della povertà ecc. Mancano solo la pioggia di meteoriti e le cavallette. Dopo il Jobs act e sgravi fiscali vari, i nostri "industriali" hanno forse bisogno di qualcos'altro da questo governo? Perché assomiglia sempre di più al famigerato "Fate presto" dedicato al premier Monti?
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