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Editoriale
Il ridicolo "Fate presto" della UE agli inglesi

Era il 24 gennaio 2011, quando Jacques Attali ha candidamente affermato che "abbiamo minuziosamente dimenticato di includere l'articolo per uscire da Maastricht. In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno, o meglio ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne sia impossibile". Qui il video http://ow.ly/uk1Q301HU2h
Si parlava di euro, ma la stessa metodologia pensavano di averla applicata anche alla UE, inserendo l'art. 50 in materia di uscita dall'Unione nel trattato di Lisbona. Avevano stabilito un percorso così lungo da scoraggiare, in teoria, chi avesse voluto uscire.
Adesso la Gran Bretagna ha deciso legittimamente di utilizzare proprio il tempo stabilito dal percorso ideato dagli stessi Paesi che gli intimano "Fate presto". Ironico, quasi una nemesi.
Solo la Germania frena gli ardori di Holland e Renzi, allarmati che a casa loro possa crescere ulteriormente il sentimento anti-europeo. Ma Merkel frena solo perchè teme di perdere troppo presto il ricco mercato inglese, verso cui è tra i maggiori esportatori. Anche se non può perdere la faccia dopo che Schauble e Junker si sono spesi così tanto per il Remain prima, con tanto di minacce di ritorsioni e divorzio non consensuale dopo e proseguire con un democratico "dettiamo noi l'agenda".
Ma non dimentichiamoci che nel 2017 si voterà sia in Francia sia in Germania. E, forse, in Italia. In fondo un referendum a ottobre ci sarebbe anche da noi... Se non arriva prima la Troika.



Claudio Gandolfo

In questo numero


 

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L'Economia Circolare: come rivoluzionare il sistema industriale e produttivo

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