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Editoriale
L'ideona tedesca di minacciare gli inglesi
Più si avvicina la data del 23 di giugno e più si parla del referendum sulla permanenza e o sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea (norma prevista dai trattati). Contro un'eventuale Brexit si sono espressi in tanti, forse in troppi, e non tutti con voce in capitolo, a partire dal Presidente USA in giù. L'ineffabile Cameron evoca crisi, carestia, invasioni di cavallette, la peste e i soliti tagli a pensioni e sanità.
Quello che fa sorridere sono le patetiche minacce di ritorsioni dei politici (Schauble) e della stampa tedesca (Der Spiegel), che si uniscono al non sempre sobrio Juncker, che riverberano più un sentimento di terrore che di effettiva forza.
La Gran Bretagna è infatti importatrice netta dalla UE, con un perenne deficit annuale intorno ai 140 miliardi di euro. E la perdita di quel mercato sarebbe ancora più costosa se si tiene conto di alcuni moltiplicatori economici (quelli di Keynes, per esempio). Siamo quindi noi ad aver bisogno di loro, visto che acquistano le nostre merci. Minacciare gli inglesi significa autoflagellarsi e stimolare una possibilità di liberarsi dall'egemonia teutonica sulla UE.
Una situazione che sarebbe evidente a chiunque, tranne che ai tedeschi.
Ma si sa che la lucidità di pensiero ciclicamente viene meno in quel di Berlino. Minacciare gli inglesi, che ideona!
PS: qualcuno spieghi a Bruxelles e Francoforte che cos'è il Commonwealth.
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