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08/06/2016

idee

E' boom per le Risoluzioni Alternative delle Controversie (ADR)

Bonsignore (ISDACI): è quanto emerge dal nostro rapporto annuale in merito alle Alternative Dispute Resolution. Merito dal fatto che nel 2014 la mediazione obbligatoria è tornata a pieno regime (179.587 domande, +331,7%)

Nel 2014 sono state ben 288.616 le domande di ADR presentate, relative ad arbitrato, mediazione civile commerciale, conciliazione paritetica e conciliazione presso i Corecom. Oltre il doppio rispetto alle 132.577 del 2013. Geograficamente parlando, a Roma sono stati registrati 157 Centri di ADR, pari al 14% di tutti i 1139 centri ADR rilevati in Italia, a Napoli 79, pari al 6,9% e a Milano 69%, pari al 6%, comprensivi di Organismi di Mediazione, Corecom, Camere Arbitrali, Sedi nazionali di protocolli di negoziazione paritetica e di Risolutori di dispute sui nomi a dominio. Per quanto riguarda il numero di domande di ADR (alternative dispute resolution), la geografia è variabile: per la mediazione civile commerciale la parte più attiva è sicuramente il Nord con il 45% di domande, contro il 20% del Centro, il 35% del Sud e isole. Mentre per il Corecom il risultato è invertito: 52,3% per il Sud e isole, contro il 29,3% del Nord e il 23% del Centro. Per l'arbitrato amministrato il 67% delle domande è ricevuto al Nord, mentre il 24% al Centro e il 9% al Sud.
E' questa la fotografia che emerge dal "Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa" di ISDACI - Istituto per lo Studio e la Diffusione dell'Arbitrato e del Diritto Commerciale - curato da Vincenza Bonsignore.


Il rapporto evidenzia come la crescita delle domande dipenda dal fatto che nel 2014 la mediazione obbligatoria è tornata a pieno regime (179.587, +331,7%), dopo l'abrogazione nel 2012 da parte dalla Corte Costituzionale, per eccesso di delega, e la reintroduzione solo a fine 2013 con il c.d. "decreto del fare".
Per la prima volta il numero di procedimenti iscritti presso i Tribunali ordinari relativi ai codici inerenti la mediazione è diminuito del -15% rispetto al 2013, presumibilmente proprio per l'effetto della mediazione obbligatoria e che la mediazione risulta in crescita anche rispetto al 2012 (+16%), anno in cui era in vigore la mediazione obbligatoria, che annoverava tra le materie condizione di procedibilità il risarcimento del danno da veicoli e natanti, che da solo rappresentava il 20,5% di tutte le domande di mediazione e che non è stato più ripresentato tra le materie di mediazione obbligatoria.
Dall'analisi del numero di domande di ADR raccolte negli anni nel Rapporto ISDACI emerge che le domande relative alla conciliazione Corecom (86.670), in materia di telecomunicazioni, obbligatoria e gratuita, presentano un'elevata percentuale di accordo (79%) e sono in crescita costante e progressiva (+20,8%), mentre l'arbitrato amministrato è gestito quasi esclusivamente dalle Camere di Commercio, e pochissimo da ordini professionali o da enti privati, e risulta assai stabile negli anni, intorno ai 700/800.

La reintroduzione della mediazione obbligatoria ha aumentato esponenzialmente sia il numero di domande (179.587, +331,7%) e, anche grazie all'introduzione del primo incontro informativo, sia la percentuale di adesione della parte chiamata (passata dal 32,4% del 2013 al 40,5% del 2014).
Mentre permangono alcuni dubbi in merito all'efficacia dell'obbligatorietà sull'effettivo incremento degli accordi raggiunti (47% dei casi che procedono oltre il primo incontro) e della conoscenza della mediazione, come metodo di risoluzione delle controversie. La conciliazione paritetica sviluppa un numero significativo di domande: 21.610 nel 2014, relative soprattutto alla telefonia (65%), con un'elevata percentuale di accordi e una crescita a fronte di problematiche specifiche (black out energetico, emergenza neve o default di titoli finanziari).
I vantaggi in termini di durata delle procedure sono evidenti: un arbitrato amministrato si attesta sui 197 giorni di media e si tratta di un unico grado di giudizio; per una mediazione civile commerciale, con aderente comparso si parla di 63 giorni, mentre ci vogliono 58 giorni in media per una conciliazione presso i Corecom, da un minimo di 21 giorni per una conciliazione paritetica a un massimo di 134.



Infine, il Rapporto evidenzia come i costi, previsti sulla base di tariffe calmierate per l'arbitrato amministrato, la riservatezza, la specializzazione nella materia trattata del giudice e il poter dare l'assetto che si preferisce ai propri interessi, costituiscano le motivazioni per le quali cresce progressivamente il ricorso a questi strumenti.

@federicounnia - Consulente di comunicazione


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