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25/05/2016

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I trend evolutivi della formazione manageriale

Vergeat (ASFOR): lavorare sulla comunicazione e sull'accesso ai dati e alle informazioni per favorire processi di apprendimento. E' in questo circolo vizioso che si realizza il vero apprendimento

Per un manager, qualunque sia la sua posizione aziendale, la formazione riveste sempre di più un ruolo chiave. E' infatti questo uno dei più importanti driver per la crescita sia aziendale sia individuale, in un'ottica di un contesto in cui il cambiamento è probabilmente la sfida essenziale che le organizzazioni devono affrontare. Per meglio comprendere lo stato dell'arte ed esser di efficace supporto, oltre che di poter recitare un ruolo proattivo, nel periodo compreso tra maggio e settembre 2015 si è svolta la IX edizione dell"indagine Osservatorio ASFOR sui Trend Evolutivi della Formazione Manageriale". Questa è stata realizzata mediante focus group e questionario. Le rilevazioni sono state condotte a Milano, Torino, Roma, Ancona, Trieste, Modena, Napoli attraverso il coinvolgimento di 50 aziende di media-grande dimensione con strutture e risorse interne dedicate alla gestione delle attività formative.
Le principali tendenze evolutive - come evidenziato dal vicepresidente vicario ASFOR Marco Vergeat e coordinatore dell'Indagine - evidenziano come il driver più forte rimane il cambiamento e la capacità di realizzare interventi culturali all'interno dell'impresa.

I progetti con focus sul change management coinvolgono il business e vengono spesso sviluppati in chiave inter funzionale. La strategia è quella di co-progettare con la linea e gli alti livelli di management, con partecipazioni molto ampie in una logica molto legata al business. Un'altra sfida sempre ricorrente nelle testimonianze dei partecipanti è quella dell'integrazione e della collaborazione, seguita dalla spinta verso l'internazionalizzazione.
Le popolazioni su cui si concentra la maggior parte del budget di formazione manageriale (monte ore formative dedicato) sono quelle dei talenti e dei middle manager, seguiti dal top management e dai neo-assunti. La popolazione invece più strategica ai fini degli investimenti in formazione manageriale, è anche quest'anno quella dei middle manager, seguita dai talenti ed infine dai key people, risorse collocate in posizioni diverse che ricoprono ruoli critici in azienda.
La maggioranza dei partecipanti testimonia un interesse rinnovato e attivo da parte dei vertici aziendali verso le attività e i contenuti che la funzione HR propone.

Ne danno conferma i dati di budget secondo cui gli investimenti in formazione 2015 sono in crescita su quelli 2014 per il 40% delle aziende intervistate, per quasi il 50% sono in linea con l'anno precedente e solo per una minoranza registriamo un investimento in calo.
Il dato di consuntivo 2014 conferma sostanzialmente quello dell'anno precedente: in linea per l'81% delle aziende, superiori per l'11% e per l'8% al ribasso.
Gli altri topics che sono stati approfonditi dalla ricerca riguardano: il significato e le declinazioni attuali che il concetto di formazione manageriale riveste oggi in azienda, le tendenze di cambiamento su metodi e attività, gli elementi che influenzano la motivazione ad apprendere, i confini entro cui si realizzano gli apprendimenti intenzionali e quelli nei quali avviene l'apprendimento informale, leadership e modello di competenze, gli impatti della digital transformation nei processi di apprendimento, il sistema delle Corporate University e delle Academy e l'impiego dei formatori interni quale risorsa di apprendimento diffuso per l'organizzazione.



Le aziende convergono nel dire che le Corporate Academy sono il luogo in cui queste esperienze dovrebbero realizzarsi. Le condizioni di efficacia indispensabili perché ciò avvenga riguardano un buon livello di identificazione con la struttura e di fiducia verso i contenuti oggetto di apprendimento. Per molti è un tema di networking, di accesso alle informazioni, dove nel binario informale di relazione e comunicazione vengono sviluppati gli apprendimenti.
"Lavorare sulla comunicazione e sull'accesso ai dati e alle informazioni - spiega Vergeat - creando una struttura di circolazione di informazioni e conoscenze, può favorire processi di apprendimento informale interni, ma anche promuovere la collaborazione perché probabilmente è lì che si realizza il vero apprendimento".


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