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18/05/2016

economia

Ancora una crescita globale lenta

Eberhardt (Credit Suisse): la dinamica dell'Eurozona resta piuttosto solida, ma rimangono degli interrogativi su Cina e Giappone. Prevediamo ancora rialzi dei tassi, seppur molto prudenti, da parte della Fed, mentre BCE e BoJ proseguono con tassi negativi e quantitative easing

Gli indicatori economici globali hanno evidenziato segnali di stabilizzazione nelle ultime settimane, e il miglioramento dei dati in Cina è presumibilmente il più importante. Il rimbalzo dei prezzi del petrolio suggerisce altresì che la domanda globale si sta stabilizzando, sebbene parte del rimbalzo dipenda dalla minore offerta di scisto negli Stati Uniti. Il rialzo dei prezzi del petrolio ha altresì ridimensionato le preoccupazioni dei mercati su un'inflazione eccessivamente bassa, oltre che i timori di una potenziale destabilizzazione delle economie produttrici di petrolio.

L'economia statunitense dovrebbe registrare un rimbalzo

Secondo diversi "tracker" per il PIL, sembra che l'economia statunitense abbia evidenziato una stagnazione nel primo trimestre del 2016, dopo un 4T 2015 già debole. Le principali problematiche sono state ancora un ampliamento del deficit commerciale, un indebolimento della crescita delle spese al consumo e una correzione delle giacenze ancora in corso. Per via del continuo rialzo dell'occupazione e dei salari, riteniamo che la crescita dovrebbe comunque migliorare nei prossimi trimestri.

Ciò premesso, mentre la fiducia dei consumatori resta alta, l'indebolimento del PMI nel settore manifatturiero per aprile suggerisce che il rimbalzo delle indagini commerciali registrato a marzo potrebbe non essere molto robusto.
Il quadro che si trova a dover affrontare la Fed è quindi piuttosto complesso. Dati eterogenei sulle attività negli Stati Uniti e previsioni sull'inflazione attenuate, da una parte, ma ulteriori miglioramenti sul mercato del lavoro, un'inflazione core un po' più elevata e mercati finanziari più calmi dall'altra. Sulla base unicamente del quadro negli Stati Uniti, a nostro giudizio la Fed sarebbe giustificata a rialzare gradualmente i tassi d'interesse a partire dall'estate.
Tuttavia, se la dinamica economica globale non dovesse migliorare ulteriormente, la Fed potrebbe benissimo posticipare il suo rialzo dei tassi a settembre od oltre.

I recenti dati dell'Eurozona mostrano complessivamente una certa resilienza

Tra i paesi industriali, a nostro giudizio l'Eurozona appare abbastanza solida.

Una cosa importante è che dall'Indagine sul credito bancario di aprile della Banca centrale europea (BCE) è emerso che le banche stavano ancora allentando gli standard creditizi per le aziende. Mentre la fiducia dei consumatori si è abbastanza indebolita negli ultimi mesi, la crescita delle vendite al dettaglio è stata relativamente solida. Escludendo shock negativi inattesi, il PIL dell'Eurozona dovrebbe ancora crescere a un tasso trimestrale dello 0,3%-0,4% nel 2016. Pertanto il tasso di disoccupazione dovrebbe continuare a calare gradualmente, mentre, con ogni probabilità, l'inflazione core evidenzierà un andamento laterale. Pertanto, prevediamo che la BCE non introdurrà ulteriori misure di allentamento fino a settembre, mentre appare probabile un'altra estensione del suo programma di acquisti di asset. Sono comunque inverosimili ulteriori tagli dei tassi d'interesse, a nostro giudizio, a meno che l'EUR non si apprezzi significativamente, cosa che noi non prevediamo.

I dati giapponesi si sono indeboliti, mentre i dati cinesi si sono stabilizzati - seppur temporaneamente

La Bank of Japan (BoJ) si trova già a dover fare i conti con una rinnovata e poco gradita solidità del JPY.


Con ogni probabilità ciò, a nostro giudizio, porterà la BoJ ad annunciare ulteriori misure di allentamento in occasione della sua seduta del 28 aprile. Finora la crescita economica nel 2016 ha deluso, e il recente terremoto ha determinato un ulteriore sconvolgimento per la crescita a breve termine.
Le indicazioni dalla tornata di negoziazioni salariali di quest'anno hanno finora deluso, essendo state molto basse. Ciò ha quindi reso ancora meno raggiungibile il target sull'inflazione della BoJ.
L'evidente stabilizzazione dei dati economici cinesi nel primo trimestre ha ridimensionato le preoccupazioni dei mercati relativamente a un rallentamento più consistente. Prevediamo che questa stabilizzazione continuerà nel secondo trimestre. Essa però comincerà ad attenuarsi più avanti nell'anno, una volta che verranno meno gli effetti dello stimolo a livello politico. Per far fronte a tutto ciò, è probabile un ulteriore stimolo a livello di politica monetaria tramite dei tagli al tasso di riferimento e al rapporto per le riserve richiesto.

Björn Eberhardt, Head of Global Macro Research presso Credit Suisse
 

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