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Editoriale
L'Italia che frena
Lo mette nero su bianco anche l'ISTAT, noto gufo antigovernativo: l'Italia č in decisa decelerazione. Il che non significa che non cresca, ma che la spinta sta esaurendo il suo effetto.
In molti avevano fatto notare come l'esangue crescita del 2015 era in realtā attribuibile a due fattori esterni: il basso prezzo del petrolio e i tassi di interesse quasi a zero della BCE. E si arrivō a quantificare questi fattori in circa lo 0,5% dell'intera crescita italiana (0,7%).
Da inizio anno i vari indicatori non stanno riflettendo risultati positivi per l'economia in generale: Pil in contrazione, disoccupazione in crescita, ritorno della deflazione, indicatori PMI in discesa, deflazione salariale, aumento della tassazione. Certo, molti di questi problemi ci sono per tutta l'eurozona (a parte la solita Germania), ma in Italia le cifre sono peggiori.
Non sarā affascinante come lo storytelling renziano, ma com'č che guardando le cifre Eurostat crescono solo i Paesi fuori dall'euro?
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