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16/03/2016

economia

Le mosse delle Banche Centrali sotto i riflettori

Eberhardt e Botteron (Credit Suisse): prevediamo che la BCE taglierà il proprio tasso ampliando moderatamente il proprio piano di QE, mentre è probabile che tutte le altre rimarranno inattive 

Durante le prossime due settimane, i mercati finanziari concentreranno la propria attenzione su una serie di importanti decisioni delle banche centrali. Alla luce della debolezza del sentiment dei mercati finanziari da inizio anno e dell'introduzione di tassi d'interesse negativi da parte della Bank of Japan a gennaio, le discussioni nei media e nella comunità finanziaria sono incentrate sulla domanda se la politica monetaria abbia quasi raggiunto i propri limiti o meno e su quali altri misure si potrebbero adottare per evitare l'eccessivo rallentamento delle economie.

BCE, prima banca centrale importante sotto i riflettori

L'incontro del 10 marzo della Banca centrale europea (BCE) potrebbe altresì inviare un importante segnale in merito al fatto che le principali banche centrali credono ancora di disporre di strumenti a sufficienza per riportare l'inflazione ai loro obiettivi d'inflazione e per conservare la dinamica economica. Prevediamo che la BCE annuncerà un ulteriore taglio di 10 punti base del tasso di deposito, anche se riteniamo che sia troppo presto per attendere un sistema di tassi di deposito "a più livelli" completamente sviluppato che aiuterebbe a difendere la redditività bancaria da un tasso di deposito ancor più negativo.

Tuttavia, un annuncio in merito al fatto che la BCE stia vagliando queste opzioni, e che le valuterà per la prossima riunione, sarebbe un importante segnale per i mercati finanziari; indicherebbe anche che vi potrebbero essere ulteriori tagli al tasso di deposito. A nostro avviso, la BCE potrebbe inoltre affrontare le recenti preoccupazioni in merito al sistema bancario dell'Eurozona fornendo nuova liquidità di più lungo termine, dato che il piano mirato di rifinanziamento di più lungo termine (longerterm refinancing operations, TLTRO) verrà definitivamente distribuito a giugno 2016.

L'estensione del QE affronta limiti

Per quanto riguarda il piano di acquisto di attivi della BCE (quantitative easing, QE), prevediamo un aumento del ritmo degli acquisti mensili a EUR 70 miliardi al mese e, possibilmente, un'estensione di 3-6 mesi, aggiungendo in questo modo approssimativamente EUR 330-540 miliardi all'attuale piano. Tuttavia, una tale espansione potrebbe portare a una carenza di titoli di Stato tedeschi disponibili per la BCE per la seconda metà del 2017. Per affrontare tale questione, la BCE potrebbe ridurre la soglia per i rendimenti ai quali si permette di acquistare obbligazioni.

Al momento, il rendimento minimo è pari al tasso di deposito. Tagliando il tasso di deposito, la soglia verrebbe ridotta automaticamente, ma potrebbe essere eventualmente considerato un ulteriore allentamento. L'ampliamento dell'universo di attivi idonei per le obbligazioni societarie ci appare improbabile, data la mancanza di uniformità di questo mercato, mentre l'inclusione di obbligazioni bancarie è quasi certamente esclusa alla luce del ruolo della BCE di autorità di vigilanza delle banche. L'aumento del limite dell'emittente, ossia la quota di obbligazioni di uno specifico governo che la BCE può acquistare, oppure consentire un numero di acquisti superiore alla quota del paese nel capitale della BCE incontrerebbero, a parer nostro, elevati ostacoli a livello politico e legale. Riteniamo quindi che il rischio sia orientato verso le aspettative di mercato deludenti della BCE, laddove alcuni osservatori prevedono un aumento del QE fino a EUR 20 miliardi al mese o un maggiore taglio al tasso di deposito.

Fed statunitense: cauta, ma ancora orientata a ulteriori rialzi

È molto probabile che la Federal Reserve statunitense (Fed) manterrà invariato il proprio tasso di riferimento alla riunione del 16 marzo.


Il principale motivo è da ricercarsi nella maggiore incertezza sui mercati finanziari che pesa anche sulle prospettive di crescita e sull'inflazione USA. In tal senso, è probabile che la stima della Fed di un "tasso di riferimento appropriato" si sposterà naturalmente ancora di un trimestre. Prevediamo tuttavia che la Fed continuerà a segnalare tre rialzi sino a fine anno 2016, seguiti da quattro nel 2017. Siamo leggermente più cauti e attendiamo il prossimo rialzo per giugno, seguito solo da un altro, probabilmente alla riunione di dicembre. Complessivamente, riteniamo che la Fed abbia buoni motivi per continuare a innalzare lentamente il tasso di riferimento o perlomeno a segnalare la propria intenzione di farlo: nonostante timori diffusi in merito a una potenziale recessione negli USA, i dati economici tengono bene e restano in linea con una crescita moderata e leggermente al di sopra del potenziale. Le richieste di sussidi di disoccupazione iniziali settimanali oscillano attorno ai minimi di 26 anni e l'inflazione core è in fase ascendente da alcuni mesi.
In tal senso, è molto probabile che la prossima mossa della Fed statunitense sarà un rialzo.




La BNS mantiene il tasso di deposito a -0,75%

Dato che un ulteriore taglio dei tassi porterebbe la Banca nazionale svizzera (BNS) in prossimità di ciò che è considerato un livello minimo critico per i tassi d'interesse, ossia il livello al quale passare alla liquidità diventa più probabile, la BNS cercherà di evitare una tale mossa laddove possibile. Riteniamo pertanto che il 17 marzo la Banca nazionale svizzera manterrà il proprio tasso di riferimento invariato a -0,75%. Tuttavia, alla luce della rinnovata pressione all'apprezzamento esercitata sul franco svizzero, prevediamo che la BNS confermerà e, possibilmente, aumenterà i propri interventi sui cambi. I dati recenti suggeriscono che tale trend è già iniziato.
Ciononostante, se la BCE dovesse allentare la propria politica monetaria in modo più aggressivo di quanto atteso il 10 marzo, in modo che il franco sarebbe esposto a una forte pressione all'apprezzamento, non escluderemmo una riduzione del tasso di deposito già negativo da parte della BNS.

Bank of Japan ancora inattiva a marzo

Alla luce del rinnovato rafforzamento dello JPY e di nuovi segnali di un'inflazione in fase discendente, è probabile che la Bank of Japan (BoJ) rimarrà sul proprio percorso di allentamento in futuro.



Tuttavia, riteniamo più probabile che la prossima tornata di allentamento, probabilmente incentrata su un ulteriore taglio del tasso di riferimento a -0,3%, avverrà alla riunione del 28 aprile piuttosto che alla prossima del 15 marzo. La recente distensione dei mercati finanziari ha certamente ridotto la pressione esercitata sulla BoJ affinché intervenga immediatamente e, avendo introdotto efficacemente i tassi negativi solo il 16 febbraio, è probabile che la BoJ vorrà concedere alle banche un po' più di tempo per adeguarsi al nuovo sistema. Come scenario di rischio, non escluderemmo comunque completamente un maggiore allentamento (che potenzialmente potrebbe anche includere un leggero aumento degli acquisti di attivi) già alla prossima riunione, vista la tendenza della BoJ a sorprendere i mercati.

Björn Eberhardt, Head of Global Macro Research, e Maxime Botteron, Swiss Macro Research., presso Credit Suisse


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