Editoriale
Un mondo di debiti
''C' troppo debito nel mondo, troppo debito privato e troppo debito pubblico''. Lo ha affermato Carlo Cottarelli, gi addetto alla spending review del governo Renzi e ora direttore esecutivo del FMI. Con la doverosa premessa che lui ha avuto le forbici per tagliare il debito pubblico italiano, e sappiamo come andata a finire, che il mondo sia in una debt deflaction cosa nota da tempo. Ma come si arrivati a questa situazione?
Sempre secondo Cottarelli ''la classe media si impoverita e ha meno potere d'acquisto quindi per indurla a consumare si sono dovuti tenere i tassi d'interesse molto bassi e le famiglie si sono indebitate. In generale il debito del settore delle famiglie nel mondo avanzato aumentato''. In poche parole, le famiglie sono state attirate volontariamente nella trappola del debito da parte del mondo finanziario.
Non va dimenticato che un debito di qualcuno un credito per qualcun altro, e quando supera un certo limite, diventa difficilmente esigibile, come i Non Performing Loans di cui tanto si sente parlare in questi giorni. Nel 2008 sappiamo come andata a finire a livello internazionale (chi non si ricorda delle banche americane e tedesche?).
In Italia non siamo ancora usciti da quella crisi che, anzi, peggiorata. Non si fatto nulla per riparare alla situazione e il debito - pubblico e privato - peggiorato, i consumi sono crollati e la tassazione aumentata, costringendo aziende e famiglie a indebitarsi anche per pagare il fisco.
Il risultato che la classe media in via di estinzione e le nostre banche sono sotto pressione.
Forse un minimo di equa ridistribuzione aiuterebbe a risolvere la situazione.
Claudio Gandolfo
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