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20/01/2016

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Le PMI sottovalutano i rischi di attacchi informatici e gli imprevisti nella supply chain

Delpino (Zurich): i rischi percepiti dalle aziende italiane sono ancora relativamente bassi. Il 13,5% ritiene di non essere soggetto a potenziali attacchi informatici e il 58,5% ritiene che la perdita di fornitori di riferimento non avrebbe ricadute sull'attività ordinaria 

Nel 2015 le PMI a livello mondiale hanno leggermente aumentato la propria preoccupazione nei confronti di attacchi informatici - passando dal 4% all'8% - ma il pericolo è ancora ampiamente sottovalutato: solo il 17% ritiene infatti di essere soggetto a episodi di cybercrime, nonostante le PMI trovino nei nuovi canali di vendita, come per esempio le vendite online, la principale chiave di crescita. Si pensi ad esempio che il rischio informatico viene posizionato solo in dodicesima posizione, ad eccezione di Malesia, Turchia e America, in cui il rischio si posiziona rispettivamente al quinto e al sesto posto. Nel corso dell'ultimo anno i principali timori delle PMI in materia di cyber risk sono legati alla sottrazione illecita di dati relativi alla clientela (28%). Seguono al secondo posto, con il 16%, danni di reputazione e di immagine. I risultati emergono dalla terza edizione del sondaggio internazionale di Zurich Insurance Group e realizzato da GFK Eurisko su un campione di 3.000 Piccole e Medie Imprese in 15 Paesi del mondo in Europa, America e Asia-Pacifico negli ultimi 12 mesi, in tema di attacchi informatici e gestione strategica dei fornitori.

 

In Italia, il cyber risk è ancora sottovalutato

 

Nel corso dell'ultimo anno i principali timori delle PMI italiane legati al fenomeno del cybercrime sono legati al Furto dei dati dei clienti (25%); interruzione del business (virus, oscuramento del sito) (23,5%) e danno reputazionale (11,5%).
In generale, il 15% delle aziende ritiene però di avere messo in atto politiche e adottato strumenti in grado di proteggere l?azienda da attacchi informatici e ben il 13,5% delle PMI ritiene che la propria azienda non sia soggetta a episodi di cybercrime.

 

Minacce nella supply chain delle PMI

 

A livello globale, il 55% degli intervistati ritiene che la perdita dei propri fornitori strategici non avrebbe ricadute sull'attività ordinaria dell'azienda, la maggior parte delle PMI, forse a causa di una scarsa conoscenza della catena dei fornitori, ritiene infatti di riuscire a gestire senza troppe difficoltà i propri fornitori. Tuttavia spesso questo rischio viene sottovalutato: dallo studio infatti emerge che solo una PMI su sette (14%) ritiene rilevante per la propria azienda, la perdita di un fornitore chiave e solo il 39% del campione considera di correre il rischio di poter perdere un fornitore di fiducia.


 

In Italia, la gestione dei fornitori non è un'area strategica nella vita delle imprese

 

In merito alla gestione strategica dei fornitori, oltre il 58,5% degli intervistati sostiene che la perdita dei propri fornitori di riferimento non avrebbe ricadute sull'attività ordinaria dell'azienda, in quanto l'azienda non dipende da alcun fornitore e/o potrebbe rivolgersi ad un sostituto, mentre il 15% del campione afferma che tale perdita potrebbe causare solo un breve ritardo nella produzione. Dalla Ricerca risulta che le PMI italiane hanno un numero di fornitori più alto, rispetto per esempio alle PMI portoghesi o irlandesi, e per questo motivo il grado di dipendenza da parte dei fornitori risulta più basso. Secondo Marco Delpino, Head of Market Facing Underwriting di Zurich in Italia,"i rischi percepiti dalle PMI italiane sono ancora relativamente bassi. Come Zurich sentiamo la responsabilità di aumentare la consapevolezza e aiutare le PMI a limitare il rischio legato agli attacchi informatici e alle minacce nella supply chain".


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