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20/01/2016

economia

Un anno per investimenti pazienti, tattici e relativi

Prendergast (Credit Suisse): le azioni sono destinate a esprimere un'outperformance rispetto alle obbligazioni con il rialzo dei rendimenti nel 2016, ma è ancora troppo presto per una strategia "“buy the dip"”, ossia acquistare sulle correzioni di titoli in termini assoluti

Se mai vi è stato un effetto gennaio, per cui le azioni USA evidenziano una ripresa tendenziale a gennaio a seguito della debolezza di dicembre, non si è certamente visto in anni recenti. I cambiamenti nell'efficienza fiscale e negli standard contabili sono buoni motivi per la sua scomparsa. Senza menzionare il fatto che, in un mondo caratterizzato da frequenza elevata e negoziazione algoritmica, tutte le tracce di stagionalità prevedibile dovrebbero essere state cancellate da tempo. Abbiamo chiuso dicembre con l'S&P in calo di oltre il 2% nel mese e appena positivo in termini di rendimento assoluto dell'anno, ma sinora non vi sembra essere quasi alcun motivo per aspettarsi che il mese di gennaio porterà sollievo.

Prospettive leggermente migliori per il 2016

A livello annuale, possiamo essere un po' più ottimisti. Sulla base dell'ipotesi degli economisti di una leggera accelerazione della crescita globale del PIL al 3,3% dal 3,0% del 2015 e con una stabilizzazione dei prezzi delle materie prime a livelli bassi, stimiamo una crescita degli utili globali attorno al 5% per l'anno in corso.

Di conseguenza, siamo fortemente convinti che le azioni possano esprimere un'outperformance rispetto alle obbligazioni nel 2016; tuttavia, l'assenza di valore evidente nel mercato azionario globale, la traiettoria di inasprimento della Fed e l'attuale assenza di utili globali e dinamica delle vendite suggeriscono un anno modesto per i rendimenti in termini assoluti.

Pazientemente neutrali sulle azioni

Quindi la nostra preferenza per le azioni rispetto alle obbligazioni si traduce ancora in una cauta valutazione neutrale sulle azioni globali in termini di rendimenti assoluti al momento. La nostra strategia per quest'anno favorisce un approccio tattico paziente, cercando di distribuire il capitale in azioni in caso di battute d'arresto significative e crescente volatilità, causate da notizie economiche, rialzo dei tassi d'interesse, illiquidità o questioni geopolitiche. I primi giorni ribassisti del 2016 potrebbero creare un tale scenario, con probabilmente tutti e quattro i fattori summenzionati che contribuiscono attualmente a una fase acuta di avversione al rischio.



Quando una flessione è una correzione?

Vi sono molti motivi per cui una strategia "buy on the dips" è di difficile esecuzione. Non da ultimo, sappiamo solo in retrospettiva che una flessione è solo una correzione. E, in assenza di un'identificazione precoce di qualsiasi nuova innovazione positiva per catalizzare una ripresa, è difficile attenersi a un piano di acquisti sulle correzioni in un contesto di notizie e sentiment chiaramente ribassisti.
Tuttavia, fintanto che considereremo il mercato azionario globale non sopravvalutato e manterremo il nostro scenario di crescita moderata della ripresa, possiamo seguire gli scenari elaborati dall'analisi tecnica per riuscire ad attenerci a un piano in tempi difficili.

In termini tecnici, ora non è il momento giusto

Utilizzando l'S&P 500 come indice di riferimento, il nostro team di analisi tecnica osserva che l'indice permane complessivamente in un ampio modello di consolidamento triangolare, prossimo a un test del livello di supporto di breve termine a quota 1960/1950.



Questo livello di supporto dovrebbe essere prossimo a una profondità del 5%-7% della "tipica" correzione interim nell'indice, offrendo un potenziale punto d'ingresso. Tuttavia, gli indicatori del momentum sia di breve sia di medio termine sono nel processo di topping e anche il trend tecnico è in fase di deterioramento, in quanto l'indice S&P 500 è ancora attestato al di sotto delle sue medie mobili di medio termine dei 55 giorni e di lungo termine dei 200 giorni. Mentre il livello di supporto di 1950 offre una potenziale opportunità d'acquisto, il quadro del momentum segnala che potrebbe essere troppo presto. Una rottura dei livelli di supporto summenzionati e un ulteriore deterioramento del quadro del momentum tecnico potrebbero portare invece a un test dei supporti di medio termine a quota 1870/1850, forniti dai minimi di agosto e settembre, considerati supporti cruciali su un orizzonte d'investimento di 3-6 mesi. Per il momento, rimaniamo neutrali in attesa di migliori evidenze tecniche di una depressione nella "flessione" ipotizzata.

Joe Prendergast, Head of Financial Markets Analysis presso Credit Suisse

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