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06/01/2016

economia

La mossa da manuale della Federal Reserve

I commentatori internazionali sono tutti concordi con il fatto che la Yellen abbia preso una decisione corretta verso una normalizzazione che era da tempo annunciata e scontata dai mercati. Con qualche sfumatura di opinione

Questa volta è stato relativamente facile commentare l'attesa mossa del rialzo dei tassi da parte di Yanet Yellen: c'è stata e non si presta ad equivoci. Ma molti commentatori hanno opinioni con sfumature diverse tra loro, per questo ne riportiamo alcune tra le più significative.

Matteo Paganini, Chief Analyst DailyFx.it - FXCM Italia

"La decisione da parte della Federal Reserve di alzare il costo del denaro a 0.50% era scontata dal mercato che, dopo la comunicazione dei nuovi tassi di riferimento, non ha mostrato reazioni eccessive, nè di rafforzamento del dollaro nè di prese di profitto dopo le salite che hanno caratterizzato il biglietto verde da quando hanno cominciato a rincorrersi voci di potenziale normalizzazione della politica monetaria americana.
La conferenza stampa avrebbe potuto, in ultima istanza, rivelarsi hawkish o dovish (da falchi, ossia aggressivi per la politica monetaria futura, oppure da colombe, ossia accomodanti) e gli scenari di outcome avrebbero potuto essere diversi.
La Yellen si è comportata a nostro parere da manuale, non creando aspettative precise per i prossimi mesi (scadenze entro le quali alzare per la seconda volta i tassi, soglie di disoccupazione che avrebbero potuto dare il la a decisioni di ulteriori rialzi del costo del denaro ecc.

), lasciando soltanto intendere che il ritmo relativo ai rialzi potrebbe risultare blando e dovrebbe essere subordinato ad un basket di dati macroeconomici che occorrerà valutare prima di decidere come procedere. Il ritmo dei rialzi sarà il vero market mover per il 2016, unitamente alle politiche monetarie espansive ancora in atto in Europa, BoE a parte, la quale potrebbe decidere di procedere con un rialzo di tassi entro il primo trimestre 2016.
La curva dei tassi per il momento giustifica la reazione vista sulle borse, alla ricerca potenziale di rendimenti di breve periodo ove quelli offerti dal reddito fisso risultano ancora latitanti, con il dollaro che, dopo dei blandi tentativi di prese di profitto ha ricominciato, nella giornata di oggi, a salire all'interno di un mercato dollarocentrico, che potrebbe riservare nuovi rialzi nel corso delle prossime settimane. La divergenza di politiche monetarie Ue e Usa la potrebbe fare ancora da padrona per i prossimi mesi".

Pierre Boyer, Responsabile Money Market Fund Management di Candriam

Guardiamo l'impatto sul quadro economico:
- Disoccupazione: nella sua dichiarazione il FOMC ha osservato un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro, definendo "equilibrati" gli impatti sull'attività economica e le prospettive del mercato del lavoro e sottolineando che "gli indicatori del mercato del lavoro continueranno a rafforzarsi".


- Inflazione: le incertezze globali hanno contribuito all'apprezzamento del dollaro, ad una riduzione dei prezzi dell'energia delle materie prime, portando ad ulteriori pressioni al ribasso sull'inflazione. Riconoscendo che il calo dell'inflazione è inferiore alle attese, il Comitato "monitorerà attentamente" i progressi verso l'obiettivo di inflazione al 2%.
- PIL: le recenti turbolenze nei mercati emergenti, unitamente alla debole crescita europea, non dovrebbero pesare sull'economia degli Stati Uniti. Il punto di vista sulle attuali condizioni economiche è cambiato leggermente, alla luce della crescita ad un ritmo stabile sia della spesa delle famiglie che degli investimenti fissi da parte delle imprese.
La FED ha di fatto raggiunto i target del suo mandato in merito al tasso occupazionale e al PIL. La sottoperformance dell'azione della FED relativa all'inflazione riflette l'impatto della diminuzione dei prezzi delle materie prime e dell'apprezzamento del dollaro. Tuttavia, il continuo miglioramento del mercato del lavoro dovrebbe rafforzare la previsione della FED in merito all'inflazione riallineandosi al target nel medio termine.





Jim Balfour, Senior Global Economist di Loomis Sayles

"Sono passati nove anni dall'ultimo rialzo dei tassi. Anche se eravamo consapevoli che il momento stava arrivando, ci sono state molte tensioni nei giorni e nelle ultime ore prima della decisione del FOMC. A livello domestico, l'economia americana è chiaramente pronta per tassi più alti. Tuttavia, a causa della debolezza globale (prezzi delle materie prime in discesa e debole crescita globale) le condizioni finanziarie e del credito americane continuano a restringersi, e questo ha fatto pensare alcuni investitori che la Yellen avrebbe annunciato un altro slittamento.
Il mercato sembra rassicurato da questa notizia. Il FOMC ha assunto un tono ragionevole nella sua guidance indicando che il ritmo futuro dei rialzi sarà graduale e cauto fino a quando le condizioni finanziarie continueranno a restringersi. Questo atteggiamento cauto smorza le preoccupazioni degli investitori su un possibile rialzo veloce e marcato".

Salman Ahmed, Global Strategist di Lombard Odier Investment Managers

"Come ampiamente atteso, la Fed ha aumentato il tasso target di 25 bps.


Poiché la mossa era già stata largamente anticipata e discussa, non sorprende che il mercato obbligazionario abbia reagito pacatamente alla decisione. Yellen, nel suo discorso, si è rivolta a diversi interlocutori: mercati, investitori, attori internazionali e semplici cittadini americani. Ha illustrato nel dettaglio le sue riflessioni, positive e negative, e aggiunto come eventuali shock futuri possano portare a modificare l'attuale politica, in entrambe le direzioni.
Cosa ancora più importante, è riuscita a convincere il variegato pubblico che la politica resterà accomodante e che qualsiasi rialzo da qui in poi sarà graduale e dipendente dai dati. Ora che questa decisione essenziale è stata presa, crediamo che l'attenzione tornerà verso gli sviluppi fondamentali, negli Stati Uniti e a livello internazionale. Sarà questo a dare forma a politiche e risultati di mercato di qui in avanti.
Il contesto resta disomogeneo: continuano i timori sulla Cina, accompagnati da un nuovo ribasso dei prezzi delle commodity che ha contaminato l'ambiente finanziario. Viste le forti preoccupazioni che permangono sulla salute dell'economia globale, la Fed è riuscita a dare un carattere molto neutro all'avvio del ciclo di rialzo dei tassi.


Questo aiuterà a ridurre un'importante fonte di incertezza, che pesa sui mercati degli asset rischiosi da quasi un anno".


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