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23/12/2015

economia

2015 come 1998, rialzi in vista per il prossimo anno? God Bless America

De Michelis (Frame AM): se l'equity americano non scendesse e rimanesse più o meno in trading range, potrebbe esserci una sorpresa. Se invece la locomotiva americana dovesse impantanarsi, sarebbe veramente un problema per tutti

Avete visto cosa è successo a chi ha comprato le obbligazioni subordinate delle quattro disgraziate banche Italiane salvate, cosa peraltro già successa in passato con la SNS Bank (quinta banca olandese) e alcune banche irlandesi? Il rischio quando si presta il denaro esiste, è un dato di fatto.
Allo stesso tempo, per quale motivo pagare 25 basis points all'anno allo Stato tedesco (che si suppone essere il più sicuro di tutti in Europa) per avere un titolo di Stato a tre anni?
Di fronte a tale scenario, pensate ai poveri gestori di fondi obbligazionari a benchmark che si trovano in questa situazione.
Qualcuno potrà obiettare che anche se i tassi sono negativi potrebbero diventarlo ancor di più e quindi i prezzi di questi titoli salire, vista l'estensione del QE come annunciata da Draghi. Certo, però cosa potrebbe accadere se il QE invece ad un certo punto funzionasse (come confermato di recente a New York) e l'inflazione tornasse al 2%?
Volenti o nolenti dipendiamo sempre di più dalle banche centrali mondiali e per quanto questa situazione non mi piaccia affatto, per tale motivo non vedo alternative all'utilizzo di strategie alternative.

Come immaginare di guadagnare in questo momento se non attuando tecniche di relative value scommettendo che un titolo vada meglio di un altro, oppure utilizzando strumenti come la volatilità e i futures?
Ovviamente, l'utilizzo di questi strumenti e le relative strategie sono molto complessi e credo che una buona parte dei gestori tradizionali faticheranno ad adattarsi al nuovo ambiente operativo, cosa che dovranno comunque fare consulenti, private bankers o promotori finanziari per poter consigliare al meglio la propria clientela.
Diventa però fondamentale che il "sistema" giri al suo meglio, ovvero che non ci si trovi più in una situazione di sfiducia tra le istituzioni come accadde nel 2008 e in ogni caso rimangono da preferire i gestori che utilizzano derivati quotati sui mercati con clearing house efficienti a discapito di quelli che si servono di derivati OTC e poco trasparenti.
Concludo queste mie considerazioni affermando che questo strano 2015 mi ricorda sempre più il 1998. Ho provato infatti a sovrapporre il grafico del S&P 500 (del 1998) all'Eurostoxx 50 (del 2015) e le similitudini sono più che evidenti.



Non possiamo neppure escludere che il prossimo anno, vista anche la situazione continentale particolarmente pro risky asset (tassi a zero, QE e inizio di ripresa economica) possa innestarsi un circolo virtuoso degli investimenti con ripresa del ciclo e conseguenti rialzi degli indici.
Non so se queste parole vogliano essere più un augurio o una speranza, tuttavia se l'equity americano non scendesse e rimanesse più o meno in trading range, potrebbe esserci una sorpresa. Se invece la locomotiva americana dovesse impantanarsi, sarebbe veramente un problema per tutti. Penso però che anche in quel caso le strategie alternative sarebbero in grado in ogni caso di difendere i capitali affidatici in gestione.

Michele De Michelis, responsabile degli investimenti di Frame Asset Management


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