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16/12/2015

economia

L'inclusione del RMB nei Diritti Speciali di Prelievo: opportunita' e sfide

Gargantini (ASSIOM FOREX): le implicazioni che ne derivano hanno natura politica oltre che economico-monetaria. Un riconoscimento di una leadership internazionale che porterà a un ribilanciamento del potere all'interno delle organizzazioni finanziarie internazionali

I Diritti Speciali di Prelievo (DSP) sono una moneta di conto creata ed emessa dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel 1969 come supplemento alle riserve internazionali per facilitare lo sviluppo del commercio internazionale e delle transazioni finanziarie e per contribuire alla stabilità del sistema monetario internazionale.
Essendo una fonte di liquidità internazionale i Paesi membri del Fondo con squilibri nella bilancia dei pagamenti possono ottenere prestiti e utilizzare i DSP per acquisire le divise facenti parte del basket.
Tra gli obiettivi del trattato istitutivo del FMI vi era quello di rendere i Diritti Speciali di Prelievo la prima moneta di riserva internazionale del sistema monetario mondiale. Purtroppo a tutt'oggi i DSP non hanno raggiunto questa condizione e come si vede nella tabella n.1, la maggior parte delle riserve valutarie delle banche centrali è rappresentata dal Dollaro statunitense.
L'ammontare, a settembre 2015, delle riserve valutarie ufficiali valutate dal FMI era pari a circa 11.

500 miliardi di usd, del quale 6.000 mld di usd allocati e denominati per il 64,1% in dollari statunitensi; mentre il totale dei DSP creati ed emessi a novembre 2015, sempre dal FMI, era di 204,1 mld, equivalenti a circa 285 miliardi di dollari.
La posizione dominante del dollaro Usa, che lo rende moneta di riserva globale per eccellenza, nasce da considerazioni storiche, legate alla convertibilità della moneta statunitense in oro durante il regime di Bretton Woods, e dalla dimensione dell'economia del Paese. Infatti, esiste una forte correlazione positiva tra il fatto di essere grandi potenze economiche e l'uso della moneta negli scambi internazionali, supportata dalla considerazione che in un'economia di grandi dimensioni gli investitori internazionali possono più facilmente trovare un'ampia gamma di attività finanziare su cui riversare i propri risparmi.
L'inclusione del Renminbi (CNY) nel basket dei Diritti Speciali di Prelievo, deliberata dal Fondo Monetario Internazionale il 30 novembre scorso con effetto dall'1 ottobre 2016, rappresenta la prima revisione della composizione del paniere dal 1999, quando l'euro sostituì il Marco tedesco e il Franco francese.


Tale evento, che comporta per il Renminbi l'acquisizione dello "status" di moneta di riserva internazionale, rappresenta il raggiungimento di uno degli obiettivi delle autorità monetarie e governative di Pechino. Il nuovo basket sarà costituito da cinque monete così rappresentate: Dollaro statunitense 41,73%, Euro 30,93%, Renminbi cinese 10,92%, Yen giapponese 8,33% e Sterlina inglese 8,09%. Il secondo grafico ci mostra la ripartizione e l'evoluzione del peso percentuale delle divise all'interno paniere del DSP.
Quello che emerge dalla recente revisione è la significativa riduzione del peso della moneta unica sceso al 30,93% contro il precedente 37,4% e una limatura nelle percentuali dello Yen giapponese, dal 9,40% all'8,33% e della Sterlina inglese in calo all'8,09% dall'11,30%.
L'ottenimento dello status di valuta di riserva internazionale per il Renminbi, rappresenta "una pietra miliare" nella marcia della valuta del Dragone verso l'internazionalizzazione, secondo le parole del Direttore del FMI, Christine Lagarde.


Le implicazioni, che ne derivano, hanno natura politica oltre che economico-monetaria.
Per prima cosa, la mossa dell'istituto di Washington, sancisce il riconoscimento di una leadership internazionale alle autorità di Pechino, già conquistata nei fatti, essendo la Cina la seconda potenza economica mondiale.
L'ammissione del CNY nel basket dei DSP sarà da stimolo per la prosecuzione del processo di riforme, già in atto, dell'economia e dei mercati finanziari cinesi. L'obiettivo sarà quello della completa apertura dei movimenti in conto capitale e il raggiungimento della piena convertibilità del Renminbi cinese entro il 2020.
Dal punto di vista operativo la "promozione" della valuta cinese, nel breve periodo, potrebbe portare a un aumento della domanda di RMB da parte delle banche centrali mondiali, anche se la proroga sino a fine settembre 2016 favorirà una ricomposizione dei portafogli in modo graduale.
In un orizzonte di più ampio respiro, l'inclusione del Renminbi nei DSP e le riforme in via di attuazione, tra le quali l'adozione di un tasso di cambio più flessibile, avranno un impatto rilevante sui mercati finanziari e dei cambi in particolare.


Infatti, la Banca Popolare Cinese potrà liberare parte delle sue ingenti riserve valutarie, stimate attorno a 3.500 mld di dollari Usa, aumentando l'offerta sul mercato del biglietto verde e ridimensionando il ruolo del dollaro Usa come moneta di riserva per eccellenza.
In conclusione, la decisione del FMI faciliterà la creazione di un nuovo sistema monetario internazionale più equilibrato, meno dollaro centrico e forse con un ruolo maggiore dei Diritti Speciali di Prelievo. Uno scenario che vedrà un ribilanciamento del potere, all'interno delle organizzazioni finanziarie internazionali, dalle economie avanzate a quelle emergenti e ciò in linea con quanto sembra emergere dalla recente comunicazione del FMI che lascia aperta la porta ad una nuova moneta di riserva da includere nel 2021.

Rossella Gargantini, Assiom Forex, commissione Forex

 


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