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14/10/2015

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Le PMI temono il calo della domanda e la forte competitivita', ma sono positive sul futuro

Delpino (Zurich): aumentano le opportunità. Quasi quadruplicate le PMI che investono nelle HR. Fattori principali la riduzione dei costi (per il 34,5% delle PMI), le agevolazioni nell'’accesso al credito, l'apertura verso nuovi segmenti di clientela e le novità legislative

In Italia i rischi delle PMI sono ancora legati alla crisi economica. Fra i più temuti il calo della domanda (per il 40% delle PMI) e la forte competitività (per il 33% delle PMI). Per contro, aumentano le opportunità di sviluppo per le aziende che investono. Questo è quanto emerge dalla terza edizione del sondaggio internazionale di Zurich Insurance Group (Zurich), e realizzato da GFK Eurisko, sui rischi e le opportunità di un campione di 3.000 Piccole e Medie Imprese in 15 Paesi del mondo in Europa, America e Asia-Pacifico negli ultimi 12 mesi.

Scenario italiano

Nel corso dell'ultimo anno i principali timori delle PMI italiane sono legati alla congiuntura economica e alla debolezza dell'economia. I due fattori che maggiormente preoccupano le piccole e medie imprese sono stati, in linea con il dato globale, la contrazione della domanda (40%) e un alto livello di concorrenza congiunto agli effetti del calo dei prezzi sulla marginalità (33,5%). Questi dati, confrontati con le edizioni passate dell'indagine, fanno emergere un trend in linea con gli anni precedenti, seppur in lieve peggioramento.


A seguire, le PMI temono il rischio di incorrere in problemi legali e fiscali (17,5%) e danni all'immagine e alla reputazione (13,5%).
Rispetto agli anni passati si registra invece un aumento esponenziale delle PMI che temono rischi legati alla vulnerabilità dei sistemi tecnologici (da 0,8% nel 2013 a 8,5% nel 2015), ai crimini informatici (da 3,2% nel 2013 a 10,5% nel 2015) e alla corruzione (da 0,4 nel 2013 a 3,5% nel 2015).
Mentre la probabilità che si verifichino danni dolosi, disordini (-75%) catastrofi naturali (-50%) si abbassa rispetto all'anno scorso.
Il segnale di un rinnovato ottimismo si registra invece nella diminuzione di PMI che quest'anno non vedono nuove opportunità di sviluppo, come pure la diminuzione della percezione di rischi che possano compromettere il prosieguo dell'attività.
Circa un terzo delle PMI italiane (34,5%) vede le più grandi opportunità di sviluppo nella riduzione dei costi e delle spese, in linea con il dato globale; a seguire, il 23% delle PMI allarga l'offerta a nuovi segmenti di clientela, cogliendo anche opportunità di novità legislative e agevolazioni nell'accesso al credito.


Le PMI italiane riscoprono inoltre il valore degli investimenti nelle risorse umane: dal 2013 si registra una percentuale di PMI aumentata di quasi quattro volte (3,2% nel 2013/ 11,5% nel 2015). Una buona gestione del personale non viene quindi vista come un onere, ma come un'opportunità di crescita che permette di presentarsi sul mercato con un forte vantaggio competitivo.

Scenario internazionale: i principali trend

La III edizione della ricerca internazionale Zurich sulle PMI ha messo in luce una serie di significative differenze fra gli Stati che hanno partecipato all'indagine. Gli scenari variano a seconda delle prospettive di crescita economica del Paese, con le PMI dell'America Latina e Stati Uniti che risultano essere fra le più ottimiste. In area Asia-Pacifico le PMI scommettono in misura maggiore sulla diversificazione dei prodotti e servizi offerti. Questo dato è particolarmente evidente a Hong Kong, rispetto alle PMI malesi.
In USA le PMI vedono nei nuovi canali di vendita, come per esempio le vendite online, la principale chiave di crescita, per questa ragione non sono per esempio turbate dai crimini informatici o dalla vulnerabilità dei sistemi informatici, tema che invece preoccupa le PMI di altri Paesi del mondo.

Le PMI di area Asia-Pacifico considerano i disastri naturali uno dei tre maggiori rischi in assoluto per il proprio business, mentre in America latina il rischio di incendi è molto alto rispetto al resto del mondo.
In Europa, le PMI in Germania (22%) e Austria (26%) si preoccupano della salute e alla sicurezza di dipendenti e clienti, rispetto ad altre nazioni europee. In Svizzera l'incremento del rischio (43% vs 29% nel 2014%) relativo al calo della domanda è dovuto all'abbandono negli scorsi mesi del tasso di cambio fisso del franco verso l'euro.
Le PMI europee sfruttano le agevolazioni di accesso al credito in misura maggiore rispetto ad altri Paesi. (21% nel 2015 vs 13% nel 2014), anche grazie ad una rinnovata fiducia nei Paesi dell'Eurozona.
In Medio oriente, la possibilità di accedere a condizioni agevolate di credito è diventata un'opportunità sempre più interessante per lo sviluppo del business (negli ultimi 3 anni le PMI che hanno colto questa opportunità sono passate dal 6% al 17%).
Marco Delpino, Head of Market Facing Underwriting di Zurich in Italia, ha commentato: "se da una parte i rischi percepiti dalle PMI italiane sono ancora legati alla crisi economica, tra i più temuti il calo della domanda e la forte competitività, d'altra le opportunità di sviluppo crescono, segno che la necessità di protezione si evolve di pari passo con il progresso.


Per questa ragione in Zurich lavoriamo fianco a fianco con le aziende per offrire la miglior consulenza possibile e per studiare insieme a loro soluzioni al passo coi tempi in grado di offrire protezione adeguata in un mondo in costante evoluzione".


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