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07/10/2015

economia

Tecnologia, nuove regole e millennials: ecco come cambiera' il risparmio gestito

Solcia (Caceis): i cambiamenti possono tradursi in opportunità di crescita, a patto però di presentarsi al mercato con la giusta strategia in termini di offerta prodotto e modelli distributivi

La tecnologia, i comportamenti in tema di investimenti dei cosiddetti Millennials, la nuova ondata regolatoria: questi i tre fattori chiave destinati a rivoluzionare il settore del risparmio gestito nel medio periodo. Ad affermarlo è CACEIS (asset servicing del gruppo Crédit Agricole) che nel report appena pubblicato insieme a PwC Luxembourg dal titolo "Reshaping retail fund distribution" (disponibile qui http://caceis.cld.bz/RESHAPING-RETAIL-FUND-DISTRIBUTION#2), ha individuato le sfide che asset manager, distributori e promotori finanziari dovranno affrontare da qui a poco per continuare ad offrire servizi e prodotti in linea con le reali esigenze di un nuovo tipo d'investitore.
"L'industria dei fondi - ha commentato Giorgio Solcia Managing Director di CACEIS in Italia - è sottoposta a forti sollecitazioni che potrebbero tradursi anche in ulteriori opportunità di crescita, a patto però di presentarsi al mercato con la giusta strategia in termini di offerta prodotto e modelli distributivi.

Gli ultimi interventi normativi come la Rdr nel Regno Unito o la Mifid II di prossima entrata in vigore - ha aggiunto Solcia - stanno rimodulando in maniera significativa l'intera filiera, mentre una nuova generazione di investitori si sta affacciando per la prima volta al mondo del risparmio con stili di acquisto inediti e non del tutto compatibili con le attuali proposte".

4,5 quintilioni di byte al giorno. Troppe informazioni, i big data ci salveranno

Il tipo di rapporto che la Generazione Y (detti anche Millennials, ovvero le persone nate tra gli anni ottanta e i primi anni duemila) ha con la tecnologica, sta constringendo asset manager, distributori e promotori finanziari a ripensare il modo di relazionarsi con questo tipo di clientela. Il rischio, neanche troppo remoto visto il crescente successo dei robo-advisor, si legge nel report, potrebbe essere quello di ridurre la distribuzione dei fondi a una mera funzione tecnologica. Trovare nuove modalità per guadagnare la fiducia di questi investitori e fidelizzarli anche attraverso un uso più efficace di tool tecnologici, è ormai una priorità per l'intera catena del valore.

Se negli anni '80/'90 gli investitori erano completamente dipendenti dalle informazioni che ricevevano dai loro banker, al contrario oggi ne sono letteralmente sommersi: si calcola che le società producono la cifra monstre di 4,5 quintilioni di byte di dati ogni giorno. Ecco perché è fondamentale conoscere i bisogni dei propri clienti attraverso nuove tecniche di analisi, integrando informazioni provenienti da fonti diverse (big data) e tradurle in azioni di marketing più efficaci ("segmentazione della clientela").

Social e mobile, le sgr (e il promotore) alla prova della multicanalità

In un futuro non tanto lontano, l'interazione tra cliente e promotore sarà sempre più mediata da device mobili e social media. Lo testimonia una ricerca della FCA (Financial Conduct Authority): il 61% degli investitori vorrebbe dialogare con il proprio consulente tramite i social media, il 46% di chi non dispone di un account social accederebbe volentieri a Facebook o a Twitter se questo gli consentisse di comunicare in tempo reale con il proprio advisor. Non è un caso dunque che i big player del risparmio gestito abbiano già adottato una strategia multicanale per offrire ai propri clienti più punti di contatto, incrementando l'uso dei social e del mobile.



Oggi i Millennials rappresentano già il 25% della forza lavoro negli USA: abituati a gestire informazioni in tempo reale, sono cresciuti con la banda larga, gli smartphone, i tablet e i social media e tra poco indosseranno uno smartwatch. Una generazione nata ai tempi della crisi economica e quindi molto più scettica nei confronti dei mercati finanziari. Se oggi vedere il proprio promotore una volta al mese o, almeno, ogni tre mesi può essere sufficiente, il Millennial si accontenterà di un incontro ogni sei mesi. Quello che realmente conta per lui sarà poter modificare il proprio portafoglio in tempo reale e in piena mobilità. Ecco perché report standardizzati sulla base di view trimestrali non saranno più idonei a soddisfare il suo desiderio di essere informato minuto dopo minuto. YouTube per esempio, sottolinea il report CACEIS/PwC Luxembourg, è la piattaforma perfetta per informare clienti e intermediari sui temi finanziari del momento e sui profili di rischio dei prodotti.

La tecnologia mobile come nuovo canale distributivo. I robo-advisor sono il futuro?

In questo contesto, asset manager, distributori e nuovi soggetti IT (non tanto Apple o Google già attivi in altri settori come l'automotive, ma piuttosto compagnie Tlc come la canadese Rogers Communications che ha già chiesto la licenza bancaria), stanno cercando di guadagnare posizioni lungo la catena del valore.


Gli asset manager ad esempio guardano con interesse alle App, da quella più semplice che garantisce solo la transazione sino a soluzioni più sofisticate per accompagnare la relazione con il cliente. L'industria dell'asset management è ancora molto indietro rispetto ad altri settori finanziari - come ad esempio quello dei sistemi di pagamento - ma è sulla buona strada per arricchire i propri servizi mobile integrandoli con la consulenza e con la gestione del portafoglio in tempo reale. Secondo un recente studio di Corporate Insight, i robo-advisor a dicembre 2014 gestivano direttamente già 19 miliardi di dollari: un dato destinato a crescere visto che i sistemi più avanzati consentono un'allocazione del portafoglio, una gestione del rischio personalizzata, un accesso ai mercati 24 ore su 24 da device mobili, il tutto a fee più conenute rispetto ad altre tipologie di consulenza.

Il mercato alla prova delle nuove regolamentazioni

L'industria dei fondi sembra procedere a vele spiegate dopo aver navigato, in un recente passato, in acque turbolente. Le masse in gestione in Europa hanno raggiunto quota 19,3 triliardi di Euro alla fine del 2014 con gli investitori istituzionali (banche, compagnie assicurative, fondi pensione) che rappresentano ancora una quota maggioritaria (il 74%) e quelli retail che oggi pesano per il 26%.


All'orizzonte spunta però un ulteriore fattore di forte discontinuità: un'intensa attività regolatoria che intende portare sotto i riflettori tutti i potenziali conflitti di interesse favorendo una maggiore trasparenza del settore e la massima protezione dell'investitore. Due le riforme chiavi: l'introduzione a gennaio 2013 della RDR nel Regno Unito (e sucessivamente mutuata in altri paesi come Australia, Singapore, Sud Africa, Olanda) e la Mifid II che entrerà in vigore nel 2017. Oltre a mettere in discussione gli attuali modelli distributivi, l'intermediario dovrà attrezzarsi per spiegare al cliente in maniera ancora più chiara e trasparente il livello e la tipologia di consulenza, il grado di autonomia e d'indipendenza che riesce a garantire esplicitando il compenso che il cliente deve essere disposto a pagare. L'investitore retail sarà inoltre ancora più motivato a chiedere la massima trasparenza sul fronte delle politiche commissionali e attratto da prodotti più convenienti (fondi passivi, azioni free inducement) e da soluzioni personalizzate. Tutti fattori in cui la tecnologia può fare la differenza.  


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