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23/09/2015

economia

Utili nei mercati domestici europei: da sopravvivenza a ripresa

Dicken e Ison (Columbia Threadneedle): si notano segnali di miglioramento in varie economie dell'eurozona e ciò ha favorito una vigorosa crescita degli utili per molti titoli orientati al mercato interno, nel secondo trimestre

I mercati azionari europei hanno iniziato il 2015 all'insegna del vigore, grazie a diversi fattori tra cui l'euro debole, l'energia a basso costo e il programma di QE della Banca centrale europea. Da allora, le preoccupazioni per la Cina hanno avuto qualche effetto, ma il conseguente rallentamento dei mercati globali ha fatto emergere interessanti opportunità di acquisto con livelli di valutazione più convenienti.
Se da un lato l'euro debole tende a favorire gli esportatori internazionali nel nostro universo di investimento, dall'altro il ribasso dei prezzi petroliferi e il QE dovrebbero dare impulso all'economia interna dell'eurozona - un'economia interna che era rimasta in affanno dall'inizio della crisi del debito sovrano europeo nel 2011.

Miglioramenti sul fronte interno

Ultimamente sono emersi segnali di miglioramento sul fronte interno. Il QE ha gonfiato l'offerta di moneta e questo, a sua volta, ha stimolato la domanda nazionale e la fiducia a livello societario. Inoltre, le statistiche sui prestiti indicano un incremento sia dell'offerta che della domanda di credito nell'eurozona.

Le vendite al dettaglio sono state robuste e l'occupazione è di nuovo in aumento.

Segnali incoraggianti anche per gli utili domestici

Per quanto riguarda gli utili, ci sono stati segnali incoraggianti. Nel complesso, la stagione dei risultati del secondo trimestre è stata positiva in Europa: il titolo mediano ha battuto le stime di consenso degli utili per azione del 2,9%, con un progresso rispetto all'1,4% osservato nel primo trimestre.
Nell'ambito di questi dati, le società dell'area euro finora hanno incrementato gli utili del 18% anno su anno, a fronte di un declino del 4,6% anno su anno delle aziende britanniche. Scavando un po' più a fondo, si nota che un paniere di titoli orientati al mercato interno (creato da Barclays) ha superato le stime di consenso degli utili per azione con un margine del 7,8%. Tali aziende hanno conseguito una crescita degli utili anno su anno pari al 39% nel secondo trimestre.
La Figura 1 evidenzia una tendenza a favore di revisioni significative degli utili domestici rispetto a quelli degli esportatori (tutti i dati sono forniti da Barclays Equity Research).



Una ripresa a livello domestico aiuta l'Europa in generale

Secondo una delle nostre tesi centrali di quest'anno, nell'ambito del team europeo, affinché gli utili europei recuperino fino a riallinearsi a quelli di altri mercati sviluppati come Stati Uniti e Regno Unito, dovremmo assistere a una ripresa dell'economia domestica dell'eurozona e, di conseguenza, a una ripresa degli utili sui titoli azionari più orientati al mercato interno. Nei nostri portafogli abbiamo espresso questa visione accentuando il sovrappeso su alcuni finanziari domestici, che hanno evidenziato revisioni degli utili notevoli (ING, Intesa Sanpaolo, Barclays, Axa), ma anche su altri industriali ciclici esposti al mercato interno (Ferrovial, Legrand, Eurotunnel, Ryanair) e sull'area dei beni voluttuari (Persimmon, Tui, Reed Elsevier).
Ci aspettiamo che queste tendenze sottese dell'economia e dei profitti persistano e che gli utili domestici delle aziende europee continuino a dare un forte contributo alla ripresa complessiva della redditività aziendale in Europa, per il resto del 2015 e nel 2016.



Inoltre, è importante ricordare che sul mercato europeo le valutazioni sono appetibili. Secondo le stime di consenso di Bloomberg, il mercato paneuropeo presenta un rapporto prezzo/utili di 14,3x, sulla base delle stime 2016, che equivale a un rendimento del 3,9%. Si tratta di un livello tutt'altro che esoso, se gli utili continuano a migliorare.

Philip Dicken, Responsabile azionario Europa, e Dan Ison, Gestore di portafoglio presso Columbia Threadneedle

 


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