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23/09/2015

economia

Ad agosto ancora positiva la domanda di prestiti da parte delle famiglie (+6,3%)

Capecchi (CRIF): il consolidamento delle tendenze del 2015 è destinato a favorire ulteriormente la crescita della domanda di prestiti già a partire dai prossimi mesi, malgrado il permanere di elementi di cautela che potranno incidere tanto sulle decisioni di ricorso al credito

Il progressivo miglioramento dello scenario macroeconomico continua a sostenere il recupero del mercato del credito e anche nel mese di agosto appena concluso la domanda di prestiti da parte delle famiglie italiane si è mantenuta su un sentiero di crescita, facendo segnare un +6,3% rispetto allo stesso mese del 2014 (in valori ponderati, cioè al netto dell'effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi).
Nello specifico, sono stati i prestiti finalizzati all'acquisto di beni e servizi, trainati dalla parziale ripresa dei consumi dopo una prolungata fase di debolezza, ad aver determinato la performance positiva dell'intero comparto in virtù di un incremento del +19,5%, compensando la flessione dei prestiti personali, risultati in calo del -7,8%.
Queste le principali evidenze che emergono dall'ultimo aggiornamento del Barometro CRIF che analizza l'andamento della domanda di prestiti (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) contribuite dagli istituti di credito in EURISC.
Valutando la dinamica in atto sulla base del dato cumulato relativo ai primi 8 mesi dell'anno in corso, la domanda complessiva di prestiti da parte delle famiglie si caratterizza per una crescita del +7,8% rispetto al corrispondente periodo del 2014, non riuscendo però a colmare per intero il gap rispetto agli anni precedenti.


Entrando maggiormente nel dettaglio, il numero di richieste relative ai prestiti finalizzati all'acquisto di auto, moto, arredo, elettronica, elettrodomestici e altri beni e servizi finanziabili (tra i quali viaggi, spese mediche, palestre), nei primi 8 mesi dell'anno ha fatto segnare un aumento complessivo del +13,1% rispetto al pari periodo del 2014.
Relativamente ai prestiti personali, la variazione del numero di richieste presentate alle aziende di credito nel periodo di osservazione risulta, invece, decisamente più contenuto, con un +2,1% rispetto ai primi 8 mesi dello scorso anno. Piuttosto, va segnalato come per questa forma tecnica, che prevede tipicamente importi più elevati e durate più lunghe, si tratti della terza rilevazione consecutiva con segno negativo, che va ad interrompere un trend di crescita che perdurava da un anno.

Importi richiesti più contenuti

L'analisi di CRIF segnala anche come le richieste di prestiti (nell'aggregato di prestiti personali + finalizzati) si siano prevalentemente orientate verso importi contenuti, tanto che la classe prevalente è risultata essere quella inferiore ai 5.

000 Euro, che ha caratterizzato 1 domanda su 2 (il 51% del totale, per la precisione). Relativamente ai prestiti finalizzati il peso di questa fascia di importo è risultato pari addirittura al 68,4% del totale.
Nel mese di agosto l'importo medio dei prestiti richiesti si è attestato a 7.368 Euro, in crescita del +5% rispetto allo stesso mese del 2014 ma ben distante dai valori registrati negli anni pre-crisi, segno della perdurante prudenza che ancora caratterizza i comportamenti delle famiglie nel tentativo di rendere quanto più possibile lieve il peso delle rate rispetto al reddito disponibile.
Risultano però difformi le performance delle due forme tecniche considerate: per i prestiti finalizzati l'importo medio rilevato nel mese di agosto 2015 è risultato pari a 4.397 Euro (+7% rispetto al valore dell'agosto 2014), mentre per i prestiti personali si è attestato a 11.510 Euro (+14%).
Analizzando la domanda di prestiti sulla base della durata del finanziamento, per i prestiti finalizzati è stata la classe inferiore a 1 anno a risultare la preferita dagli italiani, con una quota pari al 32,6% del totale. Nel caso dei prestiti personali, invece, è stata quella di durata superiore ai 5 anni ad aver fatto registrare il maggior numero di richieste, con una incidenza del 39,1%.




Le aziende del credito dovranno rivedere le politiche di gestione del portafoglio

L'analisi di CRIF si conclude con un'osservazione della distribuzione della domanda di prestiti per età dei richiedenti: ancora una volta sono state le classi centrali, ovvero quella compresa tra i 35 e 44 anni e quella tra i 45 e 54 anni, ad aver presentato il maggior numero di richieste di prestito, rispettivamente con il 24,6% e il 25,8% del totale.
Va per altro segnalato come nel periodo di osservazione risulti in lieve calo il peso dei richiedenti più giovani (tanto gli under 24 quanto quelli di età compresa tra i 25 e i 34 anni), plausibilmente a causa della perdurante debolezza del mercato del lavoro che solo recentemente sta cominciando a evidenziare segnali di recupero.
"L'outlook positivo per il 2015 sta contribuendo a migliorare progressivamente il clima di fiducia e a riavvicinare i consumatori al mercato del credito, dove le condizioni di offerta risultano più distese sia grazie alla liquidità disponibile sia sul fronte dei tassi di interesse all'erogazione", afferma Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF.


"Il consolidamento delle tendenze rilevate nella prima parte del 2015 è destinato a favorire ulteriormente la crescita della domanda di prestiti già a partire dai prossimi mesi malgrado il permanere di elementi di cautela che potranno incidere tanto sulle decisioni di ricorso al credito da parte delle famiglie quanto sulle politiche di offerta, inevitabilmente attente al controllo del profilo di rischio della clientela".
"Le aziende di credito saranno quindi chiamate a sostenere i consumi accompagnando questi segnali positivi che arrivano dai consumatori", conclude Capecchi. "In particolare dovranno rivedere le politiche di gestione del portafoglio, adottando nuovi processi e valutando in maniera differente, rispetto a quanto fatto fino ad oggi, i clienti già affidati, guardandoli attraverso ‘nuove dimensioni' basate sui patrimoni informativi che vanno al di là di quelli interni".  


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