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01/07/2015

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Credito al consumo: segnali di ripresa nel primo trimestre 2015

Confermata la tendenza del 2014: le erogazioni accelerano (+9.3%) in tutte le forme tecniche di finanziamento. Le surroghe (+129.1%) trainano gli “altri mutui”. Bastianelli (CRIF): si assiste anche a un lieve miglioramento della qualità del credito

Per la tanto agognata ripresa economica del Paese si passa sicuramente da un incremento dei consumi interni. In quest'ambito gioca un ruolo di fondamentale importanza il credito alle famiglie. Quest'ultimo, secondo la trentottesima edizione dell'Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, nel corso del 2014 e nel primo trimestre del 2015, ha mostrato segnali incoraggianti di distensione delle condizioni di offerta e di aumento della domanda, che si sono progressivamente riflessi nella crescita delle nuove erogazioni, sia nel comparto del credito al consumo sia in quello dei prestiti per l'acquisto di abitazioni. Nel complesso la situazione finanziaria delle famiglie italiane è rimasta solida, tuttavia i segnali di ripresa ancora deboli e la conseguente perdurante incertezza le hanno indotte a ricorrere al credito in modo ancora molto cauto.

Il credito al consumo

Dopo cinque anni consecutivi di flessione, l'attività di erogazione di credito al consumo nel 2014 ha chiuso con un segno positivo. I flussi finanziati hanno fatto registrare un aumento del +2.

5%, il numero di operazioni di finanziamento del +5.6%. Nel primo trimestre del 2015 la crescita accelera: i volumi erogati fanno segnare un +9.3%, le operazioni finanziate un +15.8%. Hanno trainato il mercato i finanziamenti finalizzati all'acquisto di auto/moto, insieme a quelli via carte rateali/opzione, tipologia quest'ultima che, negli anni, ha mostrato una maggior tenuta. Nel primo trimestre 2015, anche gli altri prodotti di finanziamento sono tornati a crescere.
Dopo una serie negativa che durava dal 2008, i finanziamenti finalizzati ad acquisti di autoveicoli e motocicli mostrano una decisa crescita nel corso del 2014 (+8.1%), che si accentua nel primo trimestre 2015 (+10.4%). Tale risultato è ascrivibile all'aumento consistente (+8.4%) dei finanziamenti finalizzati per l'acquisto di auto nuove, anche grazie all'impulso delle offerte di finanziamento a tassi promozionali.
Secondo Kirsten van Toorenburg, Responsabile Studi, Statistiche e Formazione di Assofin, "Quello che tra il 2014 e l'inizio del 2015 è cambiato è soprattutto un ritorno delle famiglie che durante gli anni di crisi hanno rimandato scelte di acquisto e al ricorso al credito più impegnativo.

In particolare, il mercato è stato trainato dal settore auto - quello maggiormente colpito dagli anni della crisi - seguito poi da una ripresa di tutte le altre forme tecniche. Grazie anche ad un aumento del clima di fiducia da parte dei consumatori più in generale e macroeconomico più disteso, ci sono delle condizioni che hanno creato una maggiore disponibilità di credito, anche quello al consumo".
Anche le erogazioni via carte rateali/opzione chiudono il 2014 con un trend di crescita (+5.3%), che si accentua nei primi tre mesi del 2015 (+15.7%). Trainanti continuano ad essere le carte opzione (+6.7% nel 2014, +17.5% nei primi tre mesi del 2015) tra le quali si annoverano anche carte bancarie utilizzate prevalentemente in modalità a saldo, tuttavia anche i volumi transati dalle rateali risultano in miglioramento (-2.4% nel 2014, ma +6.1% nei primo trimestre 2015), sostenuti anche dal lancio di nuovi prodotti sul mercato.
I finanziamenti finalizzati all'acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, e altri beni e servizi finanziabili, tra i quali viaggi, spese mediche, palestre) dopo la flessione del 2014 (-3.

2%), nel primo trimestre 2015 mostrano complessivamente una ripresa (+4.3%), cui ha concorso la buona performance dei finanziamenti per arredo trainati dalla componente a tassi promozionali (spesso in abbinamento al c.d. "bonus mobili").
Il rilancio dei prestiti personali, che coprono la quota maggiore dei flussi di credito al consumo (34%) (-0.6% nel 2014, +6% nei primo tre mesi del 2015), si lega da un lato alla rinnovata progettualità delle famiglie nel nuovo contesto di miglioramento del clima economico generale e dall'altro al rilancio dell'offerta che, puntando soprattutto sui clienti già fidelizzati, ha proposto soluzioni più flessibili e ha rinnovato la concorrenza sul prezzo, dato che i tassi di riferimento sono ai minimi storici.
Infine anche i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione (CQS) dopo il calo del 2014 (-0.7%), nei primi tre mesi del 2015 tornano a mostrare una crescita dei flussi finanziati (+6.1%), grazie al recupero delle erogazioni ai dipendenti pubblici e ai pensionati.
In generale, la ripresa del credito al consumo si accompagna a un aumento dei ticket medi erogati e della durata dei finalizzati auto e dei prestiti personali, a riprova del maggior ricorso al credito per effettuare acquisti rilevanti, rimandati negli anni di crisi.



"A livello di canali distributivi c'è, seppur cauto, un avanzamento della quota di business mediato online. Oggi è possibile la completa gestione di un prestito in ogni suo aspetto in modalità digitale, o con un solo passaggio in una filiale. Alla fine del 2014 il 6% dei prestiti personali sono stati erogati attraverso il canale online", ha affermato van Toorenburg.

I mutui immobiliari

L'attività di erogazione di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici chiude il 2014 con una netta ripresa: la componente dei mutui per l'acquisto di abitazioni fa segnare un +6.6%, mentre la componente residua degli "altri mutui" (aggregato che comprende mutui di surroga, di sostituzione, di liquidità, mutui per costruzione e ristrutturazione e mutui per il consolidamento del debito) fa registrare un aumento del +44.5%. Nel corso del primo trimestre 2015 la crescita si rafforza, nonostante una evoluzione più contenuta dei mutui d'acquisto (+4.7%), grazie all'impennata degli "altri mutui" (+129.1%). Tale trend è legato al boom delle surroghe (+319.3% nel 2014 rispetto all'anno precedente, +710.


7% nel primo trimestre del 2015) tornate a essere convenienti per i bassi livelli dei tassi applicati ai nuovi mutui.
"Nel complesso - ha affermato Daniela Bastianelli, Research Unit, Crif Credit Solutions (nella foto) - nel primo trimestre 2015 le surroghe rappresentano una quota pari al 20% del totale sia in termini di flussi di nuovi mutui erogati, sia in termini di numero di contratti di mutuo stipulati. Accanto al trend di leggera contrazione degli importi finanziati prosegue quello di riduzione delle durate contrattuali dei nuovi mutui, anche per effetto dell'aumento dell'incidenza delle surroghe.
Nel primo trimestre del 2015, si assiste ad un "ritorno" verso il tasso fisso, la cui quota (27%) raddoppia rispetto a quella del 2014. I tassi ai minimi storici hanno spinto verso questa opzione le famiglie meno propense al rischio, inoltre alcuni istituti eroganti stanno rilanciando i prodotti a tasso fisso al fine di scoraggiare surroghe future. Le erogazioni a tasso variabile continuano tuttavia, come da tradizione, a coprire la quota più consistente (58%)".

L'analisi della rischiosità

Il rischio di credito è rimasto sostanzialmente stabile nel corso del 2014, mentre il 2015 si è aperto con indicazioni di miglioramento.


"Si è infatti interrotta la caduta del potere d'acquisto delle famiglie, grazie al cauto miglioramento del mercato del lavoro e al basso livello dell'inflazione; il reddito disponibile è lievemente cresciuto e gli interventi sui redditi minimi hanno sostenuto i nuclei familiari in maggiore difficoltà economica", ha evidenziato Bastianelli.
Nello specifico, a marzo 2015 il tasso di default (ovvero l'indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell'ultimo anno di rilevazione) del credito al dettaglio considerato nel suo complesso (mutui immobiliari e credito al consumo) è lentamente sceso, attestandosi al 2.3%, allontanandosi ancora un po' dal punto di massimo registrato all'inizio del 2010.
Per quanto riguarda nello specifico il mercato del credito al consumo, nel marzo 2015 il tasso di default rivela un livello di rischiosità in progressiva riduzione rispetto all'anno precedente attestandosi al 2.4%, mentre nel segmento dei mutui immobiliari il tasso di default rimane stabile all'1.8.

Le prospettive

"Il 2015 si è aperto con una tendenziale ripresa del mercato del credito alle famiglie, che rafforza uno scenario di buone prospettive, in un contesto che abbiamo definito di luci e ombre.


Le luci sono legate alla ripresa evonomica, al miglioramento della situazione patrimoniale degli operatori e ai minori vincoli di liquidità rispetto alla fase più acuta della crisi. Oltre che a un rinnovato approccio delle famiglie al credito, in virtù di condizioni economiche (tassi di interesse) più contenute e a nuovi bisogni e modalità di contatto con l'operatore.
Le ombre sono legate ad un processo di regolamentazione che non si arresta, che potrebbe creare incertezze sui livelli di capitale che gli operatori dovranno detenere in futuro; un mercato del lavoro - che vediamo in ripresa nel nostro scenario fino al 2017 - ma che non recupererà tutto il terreno perso negli anni di crisi; e il problema per le banche legato alla qualità del credito, con un rischio che rimane significativo", ha commentato Rita Romeo, Specialist di Prometeia.
Il consolidamento delle tendenze della prima parte del 2015, rafforzato dal graduale miglioramento macroeconomico, favorirà una ripresa della crescita delle consistenze di credito alle famiglie a partire dalla seconda parte dell'anno. Dopo le importanti restrizioni degli ultimi anni, le politiche di offerta saranno più distese per la rimozione dei vincoli di liquidità e l'aggiustamento patrimoniale già realizzato.


Tuttavia, permangono alcuni elementi di incertezza prevalentemente legati al processo regolamentare, che potrebbero rappresentare un elemento di freno nelle strategie creditizie. Complessivamente, la crescita delle consistenze di credito complessivo si rafforzerà gradualmente nel biennio 2016-2017 (+3.0% medio annua).
Per quanto riguarda il settore del credito al consumo, la generalizzata ripresa dei flussi in atto rafforza l'ipotesi di una crescita delle erogazioni che si consoliderà nei prossimi anni. Ciò favorirà già dalla fine del 2015 il ritorno alla crescita delle consistenze concesse da banche e operatori specializzati, sebbene con ritmi contenuti.
Anche le consistenze di prestiti per l'acquisto di abitazioni dovrebbero tornare a crescere alla fine del 2015, invertendo il trend di caduta in atto da circa 3 anni. Nel biennio successivo il miglioramento del contesto economico e il livello contenuto dei tassi d'interesse favoriranno ulteriormente la crescita dei finanziamenti, senza tuttavia recuperare i valori pre-crisi.
Le prospettive di ripresa dell'attività economica favoriranno un graduale miglioramento della rischiosità del credito, soprattutto grazie a coorti di finanziamenti più virtuose e al basso livello di oneri sul debito.


Tuttavia, gli effetti della prolungata fase di crisi non consentiranno una riduzione significativa degli indici di rischio e, a meno di operazioni straordinarie di cessione, l'ammontare di crediti in sofferenza generati negli anni di crisi continuerà a pesare sul portafoglio complessivo.

Italia vs eurozona

Secondo Romeo, "ci sono delle differenze. In Italia il ricorso al credito è più debole rispetto ad altri Paesi che non sono stati colpiti dalla crisi. Una componente che fa ancora la differenza è il fatto che le famiglie italiane sono strutturalmente meno indebitate rispetto alla media europea. Soprattutto va letto con accezione negativa il fatto che "bisogna correre perchè non siamo allineati agli altri Paesi": questo è invece il fattore che durante gli anni di crisi ha protetto il sistema bancario italiano".
"A livello di settore non ci sono grandi differenza come prodotti. Quello che possiamo notare è che la ripresa del credito al consumo si è verificata negli altri principali mercati europei prima che in Italia, già nel 2013. Questo è da mettere in relazione ai dati macroeconomici, che altrove sono migliorati prima che da noi.


Va ricordato che il credito al consumo è fortemente prociclico. In un'ottica più positiva, le banche erogano di più e anche le famiglie sono più a fare acquisti a credito.
A livello volumetrico va detto che l'Italia è ancora indietro, anche se il gap con i Paesi dell'eurozona si è ridotto negli ultimi anni. Ricordiamoci tuttavia che l'italiano, per definizione, è più un risparmiatore che un prenditore di credito. C'è sempre una grande prudenza nel consumatore a ricorrere a un prestito. Questo è legato al modello sociale, che vede un forte ruolo della famiglia che gestisce i trasferimenti intergenerazionali, anche se questo modello oggi non è più così moderno. Noi ci aspettiamo che il gap gradualmente vada a diminuire", ha concluso van Toorenburg.  


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