Editoriale - Italia creditore senza diritti
Ormai si è capito che la questione Grecia va ben al di là della mera restituzione di un prestito.
La Germania vuole l'impossibile: soldi da chi ha le casse vuote. Ma e' disposta a farglieli prestare dalla Troika (FMI, BCE, EU) se Atene accetta di fare una serie di riforme a dir poco draconiane.
La cosa singolare e' che il debito da restituire si e' costituito grazie all'incauta offerta di prestiti ai privati greci da parte delle banche tedesche e francesi, alla disperata ricerca di rendimenti fuori dal propro Paese. Per loro il detto ''non c'e' guadagno senza rischio'' non vale.In questo caso Germania e Francia sono riusciti a far ripagare il credito delle proprie banche attraverso prestiti istituzionali che la Troika ha accordato in cambio di manovre correttive sui conti pubblici ellenici e riforme. Il debito privato e' così diventato debito pubblico, portando il Paese al collasso.
Pero' a prestare soldi ai fondi salva-stati ci siamo anche noi. In pratica, l'Italia, che nulla aveva a che fare con il debito greco, si ritrova a possederne per oltre 40 miliardi di euro su un totale di circa 60 versati. E per poterli prestare... si indebita emettendo titoli pubblici! Peraltro ad un tasso di interesse superiore a quello che riceve dalla BCE.
Visto che questi ''prestiti'' si pagano pro quota'', qualche anima bella dovrebbe spiegarci perche' ai vari tavoli delle trattative ci siano presenti solo Germania e Francia, quando noi contribuiamo ai vari fondi con una percentuale di poco inferiore ai transalpini.
Gli ultimi tre governi hanno fatto a gara a chi conta di meno, stando ben attenti a non disturbare i manovratori.
Del resto, il loro compito a casa era di ''distruggere la domanda interna'', mica di salvare l'Italia.
Claudio Gandolfo
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