Editoriale - Entusiasmo per uno zero-virgola?
Dalla recente visita degli ispettori del FMI emerge che per il 2015 per il Paese si prevede una crescita dello 0,7%. Meglio delle attese.
''L'economia italiana sta lentamente emergendo da una dolorosa recessione'' (...) ''E' il momento di andare avanti tutta con l'agenda delle riforme''. E' necessario ''sfruttare la finestra di opportunita''' data dal miglioramento dei fattori macroeconomici.
Tutto bene, quindi? No. L'euro svalutato e il basso prezzo del petrolio sono fattori esogeni (la finestra di opportunita') che non dipendono dal governo e che sono alla base della ripresa per tutta la regione. Confindustria li stimava intorno ad uno 0,5% o più di PIL, relegando quindi (per logica) a tutto il resto un apporto dello 0,2%. Riforme comprese.
Peraltro l'Italia, pur avvantaggiata nell'export, sara' tra i Paesi che cresceranno di meno nel 2015.
Ecco quindi che dalle stime del FMI non emerge tutto l'ottimismo ostentato da molti commentatori. E' vero che una crescita del PIL, anche se piccola, e' sempre un segnale positivo, ma stiamo pur sempre parlando di uno zero-virgola. Ben lontani dalle percentuali di crescita strutturale che l'Italia avrebbe bisogno per uscire realmente dalla crisi.
Sono ben altre le riforme di cui necessitiamo, a partire da quella per un fisco piu' equo. Magari così si rilancerebbero i consumi.
Claudio Gandolfo
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