Editoriale - L'amara verita' dei freddi numeri
Un recente articolo apparso sul New York Times, dal titolo ''Italy's lost decade'', a firma di Justin Wolfers, docente di economia all'Università del Michigan, rivela con la forza dei numeri come il nostro Paese sia quello che nel periodo 2002-2014 abbia risentito della crisi più di ogni altro all'interno del G7.
Ma mentre le curve del PIL sono omogenee con gli Paesi fino al 2011, da qui in poi noi continuiamo nella caduta mentre gli altri risalgono.
Una fotografia inequivocabile che non lascia spazio a interpretazioni. Significa che la nostra economia è in caduta ilbera e che non sono state trovate e applicate misure per invertire la tendenza. E significa anche che chi ha governato e governa, non ha al centro dei propri obiettivi le imprese, che poi sono quelle che contribuiscono a formare gran parte del PIL.
Nonostante tweet e proclami, non si intravedono misure atte a far rifiatare un'economia sempre più' strangolata da tassazione, recessione, disoccupazione e misure di austerità. I freddi numeri ci parlano di un Paese in ginocchio, e chi dovrebbe far qualcosa ha come priorità riforme istituzionali che nulla hanno a che fare con stimoli alla ripresa. Gli italiani sono sempre più poveri, ma adesso possono consolarsi con una indispensabile legge elettorale.
Per tutto il resto prima o poi si troverà il tempo. ''Usque tandem...''.
Claudio Gandolfo
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