Editoriale - Produzione industriale (a picco) specchio del Paese
Il dato Istat non si presta a interpretazioni: a gennaio 2015 la produzione industriale ha fatto segnare un -0,7% su mese e -2,2% su anno.
E se non fosse per un inusuale +16,1% alla voce mezzi di trasporto, staremmo commentando dati peggiori.
Il vero crollo in 12 mesi si è visto nei settori Beni di consumo non durevoli (-2,3%) e Beni intermedi (-2,0%). Andando pi&grave in profondità, ''le diminuzioni maggiori riguardano i comparti della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-8,1%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,7%) e della fabbricazione di macchine e attrezzature n.c.a (-5,0%)''. In pratica, il cuore non alimentare del Made in Italy.
Questa tendenza non sarà certamente invertita da leggi come il Jobs Act, poiché se non ripartono i consumi interni non si può pensare che il solo export faccia da traino a una ipotetica ripresa.
O si interviene massicciamente sul versante fiscale - altro che clausole di salvaguardia - o per le imprese la notte sarà sempre pi&grave nera.
Claudio Gandolfo
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