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04/02/2015

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Nella vendita diretta lavorare non stanca: la motivazione fa la differenza

Sinatra (Univendita): I venditori sono soddisfatti della loro professione perché è meritocratica, flessibile in base alle esigenze di ognuno e permette di organizzarsi in autonomia. Per molte donne è la quadratura del cerchio fra famiglia e lavoro

Qui [...…] il lavoro dipende da te". "Ho trovato il lavoro che fa per me. Non avrei mai potuto finire la mia vita dietro una scrivania!". "Il bello è che questo lavoro è una scoperta continua". Sono frasi di venditori intervistati dai ricercatori del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell'Università Roma Sapienza per l'indagine dal titolo "Nella vendita diretta lavorare non stanca". Il lavoro, realizzato dal professor Domenico Carrieri e dalla dottoressa Maria Concetta Ambra e commissionato da Univendita (la maggiore associazione italiana del settore), ha approfondito tendenze e individuato prospettive della vendita diretta a domicilio. Frasi come quelle citate rivelano il movente più forte che anima i venditori e alla base del successo della vendita diretta: "il lavoro -– ha affermato Carrieri -– non li stanca perché questi professionisti sono dotati, in linea generale, di una spinta motivazionale che ne esalta l'impegno e la voglia di fare, mettendo sullo sfondo i problemi che potrebbero condizionarne l'intensità".
L'indagine, di natura qualitativa, condotta fra giugno e settembre 2014, ha approfondito la conoscenza delle condizioni di lavoro degli incaricati alla vendita a domicilio delle aziende associate Univendita.

Il lavoro parte dall'indagine quantitativa realizzata da Univendita nel 2012 e focalizzata sulla soddisfazione dei venditori; l'80% di loro si dichiarò soddisfatto.
Con questa indagine, dai numeri si torna alle persone, quindi a tradurre le percentuali in motivi di soddisfazione. "Dall'indagine del 2012 sono emersi elementi interessanti che smentiscono molti luoghi comuni sulla professione del venditore a domicilio e che abbiamo ritenuto di approfondire", ha spiegato il presidente di Univendita Ciro Sinatra. "Volevamo spiegare i risultati conseguiti dalla vendita diretta in anni di crisi e contrazione dei consumi. La ricerca dimostra che i venditori sono soddisfatti della loro professione perché è meritocratica, flessibile in base alle esigenze di ognuno e permette di organizzarsi in autonomia. Per molte donne, inoltre, rappresenta la quadratura del cerchio fra famiglia e lavoro".
La ricerca è stata condotta con interviste e focus group su un campione ragionato di venditori (in primo luogo delle donne lavoratrici, l'88% della forza vendita) delle aziende associate Univendita. Ecco i punti salienti:
Soddisfatti, quindi motivati e mai stanchi.

La vendita diretta a domicilio è una formula con vantaggi reciproci per azienda e lavoratori
Il che si traduce in:
- orari di lavoro oltre i tempi "formali" e senza accorgersene
- forte motivazione a non accontentarsi mai
- bisogno di realizzarsi attraverso il lavoro (quello che si fa piace e il plus che si fa lo si fa sulle ali dell'entusiasmo)

Un settore ottimista e meritocratico
- nonostante la crisi, il settore tiene e migliora offrendo opportunità impreviste a chi ha perso le sicurezze precedenti
- tutti (il 100%) pensano di poter migliorare in prospettiva la propria condizione (facendo carriera e guadagnando di più)
- carriera aperta anche a persone con grado di istruzione non elevato, ma con grandi capacità di impegno
- misurazione oggettiva della produttività e dei risultati: è un lavoro intrinsecamente meritocratico

Lavoro flessibile e autoregolato
- nell'organizzazione e negli orari vince la flessibilità autogestita, basata sulle esigenze soggettive delle persone
- alta capacità di gestire da soli tutto il lavoro: agenda, tempi, modalità
- per le lavoratrici non una semplice conciliazione famiglia-lavoro: la famiglia continua a essere curata, ma si colloca progressivamente sullo sfondo

Fattore D: la vendita diretta, un buon esempio di quadratura del cerchio

La vendita diretta rappresenta dunque per molte donne un modello positivo di:
- soddisfazione nel lavoro
- flessibilità organizzativa, autogestita e soggettiva
- conciliazione con le esigenze della vita personale
- incremento di produttività e risultati
 

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