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04/02/2015

digital

I trend del settore video online

Secondo una recente indagine Akamai condotta in Nord America ed Europa in collaborazione con Streaming Media, frammentazione dei dispositivi, offerta multi-screen e costi/benefici delle Content Delivery Network sono tra le maggiori criticità da affrontare

Akamai e Streaming Media hanno presentato il Rapporto sullo Stato dei servizi CDN. Si tratta di uno studio, condotto in Nord America ed Europa, che indaga i trend nelle modalità di consumo di contenuti video in rete condotto mediante interviste a oltre 1000 professionisti del video online. In qualità di esperti, agli intervistati è stato chiesto di evidenziare le preferenze specifiche in relazione ai dispositivi che utilizzano per la visione dei contenuti online e quali sono le sfide che le loro aziende stanno affrontando nella distribuzione di contenuti video online su più dispositivi e su scala globale.
Lo studio si concentra quindi su due aree principali: preferenza nella visione dei video online e considerazioni sulle reti di Content Deliver (CDN).
Ecco risultati in sintesi.

Le preferenze nella visione di contenuti video online

Il 67% degli intervistati preferisce accedere on demand ai propri programmi tv preferiti. Detto questo, quando "costretti" a guardare contenuti "live" (ovvero nel momento in cui vengono messi in onda dai network), il mezzo preferito resta per oltre la metà degli intervistati (56%) ancora la televisione rispetto alla visione online.

In Nord America, per guardare i contenuti online nella vita privata, il 25% degli intervistati preferisce i notebook, seguiti dai desktop (22%) e dalla TV (19%). In Europa, per fruire dei contenuti online seguiti, il 23% preferisce i tablet dai desktop (15%) e dagli smartphone (10%).
"Siamo a un punto di svolta nella storia dei servizi di media delivery", spiega Timothy Siglin, collaboratore di Streaming Media, che si è occupato della redazione del "Rapporto sullo Stato dei servizi CDN". "In termini di dispositivi, il mercato è più frammentato che mai: una sfida senza precedenti per i provider di contenuti premium".
Il fatto che un numero sempre maggiore di consumatori scelga di guardare contenuti online in streaming rappresenta una sfida importante per i provider di contenuti, dove la qualità e il tempo di caricamento diventano elementi sempre più critici. Circa un terzo degli intervistati, infatti, abbandona un video che non si carica nei primi cinque secondi e il 92% dichiara che la qualità dei contenuti è importante o molto importante per l'esperienza generale di visualizzazione online.
"Sempre più persone scelgono di guardare video online su più dispositivi con aspettative sempre maggiori in termini di qualità del contenuto e di esperienza generale", ha aggiunto Neil Cohen, vice presidente Product Marketing di Akamai.

"Si tratta di una sfida per tutto il settore, dalla scelta della tecnologia utilizzata dai produttori e distributori di contenuto, alla posizione e modalità di inserimento delle pubblicità, fino alle decisioni riguardo a format e capacity planning".

Considerazioni sulle reti di distribuzione di contenuti (CDN)

A livello macro, gli esperti e i manager che operano nel settore dei media sono preoccupati tanto dal costo dei servizi CDN che dall'esigenza di continuare a garantire l'offerta di contenuti multi-schermo sia ai dispositivi esistenti sia a quelli del futuro.
Secondo il rapporto, alcune particolari funzionalità offerte dalle Content Delivery Network vengono considerate più importanti di altre. Oltre il 26% degli intervistati ha evidenziato ad esempio l'estrema rilevanza di poter offrire i contenuti in modalità multi-schermo/multi-dispositivo. Seguono altre funzionalità quali "capacità di analytics" e tecnologia capace di regolare il flusso video in base al cambiamento delle condizioni (adaptive bitrate - ABR).

Altri risultati dello studio

- Il 78% degli intervistati preferisce un avvio lento ma una riproduzione senza interruzioni durante la visualizzazione.



- La maggiore criticità nell'implementazione di una strategia CDN è rappresentata dal controllo dei costi di delivery (48%). A seguire, economia di scala/contratti (21%), preferenza nell'utilizzo di una delivery interna (15%) e poca conoscenza dei vantaggi di una CDN (13%),


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