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24/12/2014

idee

Come impatterà l'Internet of Things sulla privacy

Tom Dubois (Vasco Data Security) : forse vale la pena iniziare a ripensare alla privacy

L'Internet of Things (IoT) è in crescita. Infatti questo concetto visionario è già stato applicato a tutta una serie di prodotti e servizi, come il termostato Nest e l'Amazon Dash, giusto per citarne alcuni.
La tendenza più calda in questo momento, tuttavia, è quella dei dispositivi indossabili. I Google Glass sono solo una dimostrazione di come le aziende stiano investendo molto in questa direzione. Nel 2015 vedremo l'introduzione di "smartwatch" di nuova generazione, come ad esempio l'Apple Watch, di abbigliamento intelligente e di altri prototipi di automobili self-drive.
Per aiutare a visualizzare l'incredibile crescita dell'IoT, Gizmodo ha recentemente pubblicato una mappa di tutti i dispositivi collegati a Internet in tutto il mondo che pubblichiamo a corredo dell'articolo.

IoT e i rischi per la privacy

Non si può negare che l'aumento di dispositivi indossabili e di altri congegni connessi solleverà anche preoccupazioni per quanto riguarda la privacy online. Dopo tutto, non è sempre chiaro quanto siano sicuri questi dispositivi, quali dati vengano catturati e chi vi ha accesso.


Il Gruppo di lavoro ex art. 29, organismo consultivo europeo sulla protezione dei dati (Art. 29 Data Protection Working Party) più noto come WP29, ha recentemente adottato il Parere 8/2014 sugli sviluppi recenti dell'Internet of Things. Il documento di parere, stilato dal WP29, contiene una serie di raccomandazioni sulla privacy che si applicano a tutte le parti interessate.
I rischi non riguardano solo la crescente prevalenza di dati raccolti per ragioni di marketing. Ci sono anche problemi governativi e più ampie preoccupazioni di privacy aziendale. A questo proposito, l'Association of Global Automakers ha recentemente affrontato la questione della privacy riguardo alla geo-localizzazione memorizzata delle auto connesse attraverso una serie di principi sulla privacy. Uno di questi principi è che i dati geo-localizzati verranno rivelati alle autorità governative solo dopo aver ricevuto un mandato o un ordine del tribunale.



La fiducia come fattore abilitante per il business online

Niente può arrestare il progresso dell'Internet of Things, né dovremmo cercare di farlo. Dopo tutto, è destinato a innescare soluzioni e servizi innovativi che promettono di migliorare la nostra vita.
Da un punto di vista commerciale però, i fornitori di servizi dovranno trovare un equilibrio tra la raccolta dei dati degli utenti finali e il loro controllo, al fine di infondere fiducia nei loro servizi online. A questo proposito è importante considerare uno studio del Boston Consulting Group che dimostra che i consumatori in grado di gestire la propria privacy online sono fino al 52% più disposti a condividere le informazioni rispetto a quelli che non possono farlo.
Come indicato dallo studio del Boston Consulting Group: "La fiducia varia anche per settore. I consumatori sono in media il 30% più disposti a condividere i dati con le società di e-commerce, gli operatori via cavo e i costruttori di automobili che con le community web 2.


0". In questo senso i principi di privacy dell'Association of Global Automakers sono già un passo nella giusta direzione e un buon esempio di come le industrie dovrebbero prendere sul serio la privacy online.
Quindi, se si stanno offrendo servizi online, o se si sta progettando di offrirli, è opportuno considerare le osservazioni formulate dall'organismo consultivo europeo sulla protezione dei dati. Dare agli utenti il controllo sui propri dati personali potrebbe garantire al business la fiducia e il vantaggio competitivo di cui ha bisogno per sopravvivere nell'universo interconnesso.

Tom Dubois, Worldwide Marketing Director – VASCO Data Security
 


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