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26/11/2014

idee

Il Jobs Act puo' essere solo una premessa. Serve molto di piu'

Carella (Manageritalia): Stiamo arroccandoci sulla difesa di un lavoro che non c’è più e non stiamo lavorando per il lavoro futuro. Il Jobs act è solo un punto di partenza della rivoluzione che serve

Stiamo sprecando tempo e non puntiamo su quello che serve per riprendere a crescere: un nuovo lavoro, settori ad elevata tecnologia e valore aggiunto, competenze dei nostri lavoratori.
Serve un nuovo lavoro fatto di elevate conoscenze e competenze, profondamente diverso e mutevole nei modi di esprimersi. Stiamo ancora discutendo di art.18, cassa integrazione ecc., mentre il lavoro di chi produce alto valore, è lontanissimo dai nostri contratti, norme e prassi. Basti pensare che il lavoro futuro, ma già quello di oggi, passa da tempo fisso (9-18) a tempo illimitato, da ufficio e/o azienda a dovunque, da posto fisso a lavoro customizzato, da gelosia a condivisione del sapere, da focalizzazione sulla conoscenza a quella sulla capacità di imparare a imparare. Insomma, questa è la sola e vera riforma e rivoluzione che può riportarci ai piani alti della creazione del valore nell'economia globale. Pena un inesorabile atterraggio violento ai piani bassi anche per redditi e occupazione.
Ma questo non basta. Dobbiamo puntare su settori ad elevata tecnologia e valore aggiunto.

Mentre stiamo ancora discutendo di finanziamenti a pioggia, cassa integrazione per aziende senza futuro e art. 18, la crescita del Pil e dell'occupazione nel mondo la fanno quei settori che noi ignoriamo.
Secondo un rapporto di The Work Fundation, in UK, tra il 2002 e il 2008, il 6% delle aziende, quelle ad elevato tasso di crescita e high tech, ha creato il 50% dei nuovi lavori. E l'ultimo rapporto Deloitte Digital stima che in Australia i 13 settori che contano per il 65% del Pil subiranno entro il 2017 una significativa "distruzione" dovuta all'avvento del digitale.
Insomma, servono nuove competenze, infrastrutture, imprese, e una nuova organizzazione aziendale e un nuovo management, in un Paese che ne è quasi privo. Dobbiamo creare un ecosistema capace di favorire la nascita di queste aziende e business, destinare più fondi all'istruzione, specialmente nelle materie tecnologiche, mettere l'innovazione in rete tra le aziende. Dare a chi può creare nuove imprese accesso a tecnologia, talenti, finanziamenti e spazi. Avere una forza lavoro capace di operare in aziende high tech. Aiutare i business esistenti ad adattarsi a un mondo dove la "distruzione digitale" deve essere un'opportunità, più che una minaccia.



Tutti - politica, imprenditori, manager, lavoratori, sindacati ecc. - dobbiamo fare la nostra parte, ma dobbiamo farlo insieme e subito. Il Jobs Act può essere solo la premessa, ma serve molto di più sia in tema di lavoro, sia soprattutto in tutti gli altri ambiti. E i contratti di lavoro sono l'indispensabile base per creare rapporti di lavoro e fiducia veri, indispensabili per dare alle tante aziende piccole e medie linee guida intelligenti, per il nuovo lavoro e la nuova competitività, da declinare poi al meglio sul territorio e in azienda.

Guido Carella, presidente Manageritalia


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