Editoriale - Affidabilita' relativa
Ma che valore ha una previsione come quella di Moody's che vede il nostro PIL 2015 in un range tra -0,5% e +0,5%?
Non e' la questione di una variazione di un punto percentuale, ma la differenza tra recessione e crescita, ancorche' debole.
Perche' le tanto invocate riforme avranno un "impatto positivo ma graduale".
Come dire, prendi la medicina che ti prescrivo adesso, perche' ti assicuro che ti fara' certamente bene, ma non subito, nel tempo. Il quando, dipende, ma non necessariamente, da te.
Unica certezza e' che la disoccupazione non calera' affatto. E come si possano coniugare crescita con disoccupazione lo vediamo chiaramente in Grecia e Spagna.
Dove dopo l'intervento della Troika le loro banche sono diventate "modello di virtu'" (come da stress test), il PIL ha ripreso a salire (dopo un impressionante crollo verticale), ma la disoccupazione rimane comunque al 25% circa (da noi sfiora il 13%). E la popolazione e' in crisi nera o con salari da fame.
L'Italia, per quanto ormai in recessione e deflazione, non e' certo nella situazione di Grecia e Spagna. Non lo e' mai stata. Neanche quando le agenzie di rating sorelle di Mooody's taroccavano i loro report creando il panico sui mercati. E continuano a volercelo far credere. Pero' intanto continuiamo a indebitarci con i vari fondi salvastati. Perche' quando fa comodo a Berlino e Parigi siamo ricchi e solventi, in tutte le altre occasioni siamo corrotti, inaffidabili e troppo indebitati.
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