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19/11/2014

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DonnAzienda: il progetto a sostegno dell'imprenditoria femminile

Il Gruppo Cariparma Crédit Agricole hanno realizzato un progetto di sistema con un plafond da 28 milioni di euro, prodotti di finanziamento e servizi extra-bancari dedicati ad imprenditrici e lavoratrici autonome

Scommettere sulle imprese guidate da donne, motore e modello di sviluppo vincente per il nostro Paese. Così nasce DonnAzienda, il progetto avviato dal Gruppo Cariparma Crédit Agricole per conoscere e sostenere il mondo dell'imprenditoria femminile, rappresentato in Italia da 1,3 milioni di aziende in crescita dello 0,73% tra aprile e giugno contro una variazione media complessiva dello 0,42% (dati Unioncamere).
Partendo da questa consapevolezza, e per valorizzare i talenti femminili dentro e fuori dalla banca, il Gruppo Cariparma Crédit Agricole ha realizzato un progetto di sistema che, attraverso un'accurata fase di ascolto di colleghi, imprenditrici e associazioni di categoria, ha intercettato le specifiche esigenze del settore e ne ha identificato i principali ambiti d'intervento. Lo ha fatto in sinergia con due partner, Università Cattolica (team di ricerca coordinato dalla professoressa Vanna Iori) e associazione Valore D, con cui è attiva una collaborazione per diffondere politiche gender oriented all'interno dell'azienda.


Oggi, con l'adesione al Protocollo Abi per lo sviluppo e la crescita delle imprese a prevalente partecipazione femminile e delle lavoratrici autonome, DonnAzienda raccoglie i primi frutti del percorso intrapreso e lo fa non solo tramite lo stanziamento di un plafond di 28 milioni di euro a livello di Gruppo, ma anche lanciando un prodotto di finanziamento con finalità e opzioni di flessibilità aggiuntive rispetto a quanto previsto dal Protocollo stesso e una rete di servizi all'impresa e alla famiglia, vera novità per il mercato, per favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
Secondo le stime di Unioncamere, il 94,2% delle imprese a conduzione femminile non supera la soglia dei cinque addetti, testimonianza di come per le donne "impresa" faccia spesso rima con "autoimpiego". Proprio per questo il progetto non prevede solo investimenti e sostegno startup, ma anche una linea famiglia e salute per finanziare le spese di riorganizzazione aziendale in caso di maternità o malattia grave dell'imprenditrice. In più tre opzioni di flessibilità, attivabili al verificarsi di accadimenti personali o familiari (nascita o adozione figli, malattia imprenditrice o famigliari): sospensione totale rata fino a un massimo di 12 mesi, sospensione quota capitale fino a 18 mesi oppure variazione in aumento o in diminuzione della rata nella misura massima del 30%.


Infine, un network di servizi di welfare e di advisory in grado di fornire progressivamente alle clienti degli "agenti di alleggerimento" per conquistare tempo da dedicare all'attività d'impresa senza trascurare la vita privata.
"Siamo convinti che solo l'ascolto e il confronto possano indicarci la via per innovare e fare la differenza, in un contesto in cui spesso ci si accontenta di aspettare che le cose accadano anziché essere i veri attori del cambiamento",– ha spiegato Gianluca Borrelli, responsabile della Direzione Retail di Cariparma Crédit Agricole. "Per questo ci siamo fatti promotori di un percorso che, grazie al coinvolgimento attivo e appassionato di tante donne e uomini, ci ha permesso di comprendere le peculiarità e le emozioni connesse al modo di fare impresa al femminile. Ciò che le imprenditrici ci chiedono è di essere accompagnate in tutte le fasi della vita personale e professionale, in quanto mai come per loro l'una incide notevolmente sull'altra. Con il lancio di DonnAzienda la nostra ambizione è dunque di lavorare per e con le donne, che con determinazione scelgono di affrontare la sfida di mettersi in proprio e insieme a loro costruire un modo di fare impresa e di fare banca a misura di vita".



"I tavoli di ascolto che abbiamo realizzato ci hanno permesso di raccogliere le voci e le esperienze di realtà sia esterne (le imprenditrici femminili) che interne alla banca (i dipendenti e le dipendenti del Gruppo Cariparma)",– ha spiegato Vanna Iori, professore ordinario dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. "Il personale di banca, che da sempre si rapporta alla clientela femminile, si è rivelato depositario di informazioni preziose, che, una volta raccolte e analizzate, hanno fornito indicazioni importanti per individuare strategie e prodotti espressamente dedicati alle donne, soggetto economico emergente. Il confronto con le imprenditrici, invece, ha consentito di mettere a fuoco diversi profili di clienti femminili che si rivolgono alla banca avanzando richieste specifiche e mostrando caratteristiche particolari. Quanto emerso ha messo in luce la necessità di attivarsi per offrire alle donne imprenditrici indipendenza, solidità e tutela finanziaria. Corrispondere a questo interlocutore sempre più esigente e competente, è una sfida che acquista appeal anche per gli uomini, in tempi di sfiducia verso le banche e i promotori finanziari".



"In Italia negli ultimi anni sempre più realtà virtuose hanno scelto di valorizzare il talento femminile e creare ambienti di lavoro che favoriscano l'equilibrio e la conciliazione tra vita privata e lavoro, e si sono fatte promotrici di un nuovo modello culturale che prevede una piena partecipazione delle donne alla vita economica e sociale del Paese", ha concluso Claudia Parzani, Presidente di Valore D e Partner Linklaters. "Oggi più che mai è importante sostenere con passione e determinazione questo cambiamento culturale, economico e sociale, condividendo criteri e obiettivi tra diverse aziende, mettendo a fattor comune le buone pratiche, favorendo lo scambio di informazioni e la creazione di reti per lo sviluppo di servizi di welfare su una scala più ampia o per un utilizzo più efficiente. Valore D, associazione che ad oggi riunisce 115 aziende impegnate a promuovere modelli di lavoro e di leadership sostenibili, sostiene questa nuova concezione di business, in cui le aziende siano guidate dalla consapevolezza della centralità della persona e, grazie a validi strumenti come il Progetto Artemisia e il Libro Bianco, aprano a donne e uomini le medesime possibilità di affermazione e di riconoscimento professionale".


 


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