Editoriale - Fattoidi e fatti
Fattoide. Si puo' definire come una realta' dubbia, falsamente verificata, errata o fabbricata, formata e affermata come un fatto, ma senza alcuna veridicita'. Purtroppo, quando si parla di economia, i nostri media sono pieni di fattoidi. Questi sono diffusi attraverso fughe di notizie, campagne di disinformazione e servizi giornalistici basati su “fonti autorevoli”. Il risultato e' che al lettore o telespettatore arriva una realta' ''europeista'' quantomeno sintetica, intrisa di propaganda e distorta su cui farsi un'opinione. I media parlano di fattoidi con profusione pur di non affrontare il vero problema: l'euro e la crisi in cui ci ha precipitato. Qualche esempio? Da settimane i politici si accapigliano sull'art.18 dello Statuto dei lavoratori, come se fosse un fattore decisivo per aumentare l'occupazione. Ma con una domanda interna in costante calo, un euro forte (con crisi dell'export) e il costo del lavoro invariato, dove sarebbero le orde di imprenditori che non vedrebbero l'ora di assumere dipendenti?
Altro esempio. In un combinato disposto di recessione e deflazione, il debito pubblico non puo' che salire. Con le coperture che scarseggiano e con il fiscal compact che incombe, la tassazione non potra' che aumentare, abbassando ulteriormente Pil e consumi. E si pensa al TFR in busta paga come soluzione geniale, senza considerare che per pagarlo soprattutto le PMI dovranno andare a chiedere prestiti alle banche in un momento di credit crunch. Piu' geniale degli 80 euro dati a una fascia di lavoratori e pagata da tutti gli altri cittadini, pensionati compresi.
Agitano fattoidi come se fossero ogni volta la soluzione del problema. E quando accade il fattaccio (dalla legge Fornero all'aumento delle tasse), si mettono al riparo della frase ombrello: ''ce lo chiede l'Europa''.
Sarebbero disposti a tutto pur di non affrontare il vero problema: una moneta unica i cui vincoli ci stanno rapidamente strangolando.
Certo, media e politici non possono rimangiarsi, contro ogni evidenza, il mantra che ''l'euro e' stata la salvezza dell'Italia''. Oppure ammettere che si e' lottato a lungo - con restrizioni e austerita' - contro l'arrivo di una inesistente inflazione. O ancora che non solo riforme e ''compiti a casa'' sarebbero la panacea di tutti i mali, bensi' che la realta' e' piu' articolata, basta vedere la ridicola vicenda Cottarelli. Non possono e non vogliono spiegare che il nostro debito pubblico sale principalmente perche' paghiamo i vari fondi salvastati e quindi le banche tedesche e francesi, per debiti non nostri. Evidentemente c'e' una certa ritrosia a mostrare la Grande Germania come il Paese con i maggiori disequilibri sociali e salariali d'Europa (fonte Eurostat). Cosi' come chi magnifica i grandi progressi di Spagna e Grecia non si rende conto che sono stati rasi al suolo dalla troika.
La stessa troika che in troppi stanno invocando per un intervento in Italia. Speriamo almeno che siano in buona fede, ma l'esperienza ci suggerisce che non e' affatto cosi'.
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