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10/09/2014

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In 12 mesi +40% le imprese che saldano i debiti con oltre 30 giorni di ritardo

A giugno solo il 37,4% delle imprese italiane ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori, -8,4% rispetto al 2013. +16,7% i ritardi oltre i 30 giorni, il dato più alto dal 2010. Bene i servizi finanziari, crisi per il commercio al dettaglio

Nel secondo trimestre 2014 permangono le difficoltà delle imprese italiane nella puntualità nei pagamenti nei confronti dei partner e dei fornitori. A giugno 2014, infatti, solo il 37,4% delle imprese è stata puntuale nell’onorare le fatture, un calo di ben 8,4 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2013, quando la media era del 45,8%. Un altro dato che evidenzia le difficoltà del sistema dei pagamenti italiani è dato dai pagamenti oltre i 30 giorni, arrivati al 16,7%, +39,2% rispetto ad un anno fa e ben il 203,6% in più rispetto al 2010.

È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014, aggiornato a fine giugno 2014, realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane. Nel dettaglio, a fronte di una quota pari al 37,4% di imprese puntuali, il 45,9% ha pagato con un ritardo fino a 30 giorni medi, mentre il 16,7% del totale ha saldato le fatture oltre un mese dopo la scadenza, registrando la percentuale più alta dal 2010, quando le imprese che pagavano con gravi ritardi erano ferme al 5,5%.

Rispetto al secondo trimestre 2013 i pagamenti puntuali sono calati del 18,3%, quelli fino a un mese di ritardo sono aumentati dell’8,8%, quelli gravi, oltre i 30 giorni, sono saliti del 39,2%. Secondo i dati CRIBIS D&B, è però rispetto al 2010 che le performance attuali in fatto di pagamenti delle nostre imprese sono drammaticamente peggiorate. In particolare, i ritardi gravi oltre i 30 giorni sono aumentati addirittura del 203,6%, un chiaro segnale delle difficoltà che stanno affrontando le nostre imprese per saldare i debiti. “Questi dati confermano lo specchio di uno scenario nuovo, già evidenziato dai dati dei trimestri precedenti” commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B.I ritardi di pagamento e in generale la rischiosità delle aziende italiane si assestano oggi su un nuovo livello, più alto rispetto al passato. A giugno 2014 solo il 37,4% delle imprese italiane ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori, con un calo di oltre 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Il dato più allarmante è quello emerso dai ritardi gravi, cresciuti in maniera preoccupante rispetto al 2010.

E’ difficile prevedere se questo trend resterà stabile nei prossimi mesi o se peggiorerà ancora; sicuramente è difficile ipotizzare una riduzione dei ritardi nei pagamenti e del livello medio di rischiosità commerciale del tessuto aziendale italiano”. “Analizzando l’andamento dei fallimenti – prosegue Preti - si nota come nell’ultimo anno siano aumentati del 14% e di oltre il 50% rispetto al 2009. Un’altra evidenza deriva da una nostra recente ricerca sul Credit Management in cui oltre il 70% delle aziende italiane ha dichiarato di aver subito un grave insoluto da clienti con un’anzianità di fornitura superiore ai 3 anni, dato in crescita rispetto agli anni precedenti. Tutti i segnali di un contesto divenuto, negli ultimi 5 anni, molto più rischioso. Ci sono però anche dei segnali positivi, anche se non a costo zero per le aziende. Negli ultimi anni le imprese italiane hanno messo sempre più il controllo sui pagamenti al centro della propria gestione finanziaria, come uno dei fattori decisivi per rimanere sul mercato. Le imprese hanno investito molto in nuove strategie di gestione della clientela, come un più attento monitoraggio, nuove policy commerciali e, in alcuni casi, un ampliamento della struttura di credit management.


Molto diffusa anche l’adozione di procedure di recupero dei crediti più tempestive e strutturate”.  


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