Editoriale - Le stagioni non sono piu' quelle di una volta

Adesso se ne e' accorta anche la Bundesbank. Dopo l’IFO Institute e altre realta' come Markit (quelli che calcolano l’indice PMI), nel bollettino dei giorni scorsi la mitica Buba ha ammesso che l’economica teutonica, ex locomotiva d’Europa, ha visto il suo Pil trimestrale inchiodato in prossimita' dello zero. Come un’Italia qualsiasi. 
A trascinare verso il basso gli indici, c’e' l’edilizia. La colpa e' ovviamente metereologica, come per gli USA. Solo che se l’economica americana ristagna per il freddo, quella tedesca per... il caldo. L’inverno troppo mite avrebbe fatto crescere troppo il settore rispetto agli anni precedenti. E’ proprio vero che le stagioni non sono piu' quelle di una volta. 
Ma se Berlino non ride piu', Parigi piange. Il Pil crolla costantemente, e non di pochi decimali come in Italia, e il parametro deficit/Pil e' ormai fuori controllo, alla faccia di chi lo ha eretto a divinita'. Si preannuncia una stagione di lacrime e sangue, accompagnata da grandi tagli di spesa dalle parti dell’Eliseo e budino Hollande non sembra essere in grado di gestire la situazione, anche dal punto di vista sociale. Molti ormai affermano che proprio la Francia, con i suoi conti disastrati, e' il vero problema dell’Europa. Molti, ma non le agenzie di rating, cosi' solerti con noi da minacciare outlook negativi e downgrading ad ogni starnuto.
Venendo a noi, per quanto sia sostenibile il nostro debito pubblico, e per quanto il povero Padoan continui ad affermare che non ci sara' alcuna manovra correttiva, a settembre-ottobre ci tocchera' assistere alla triste litania di una nuova stangata con la colonna sonora del “ce lo chiede l’Europa”. Pil quasi in zona negativa, export in calo, deflazione e disoccupazione in aumento non lasciano margini di speranza. Anche perche' ogni mese il debito pubblico sale. A meno che non si decida di interrompere quella farsa che e' il fondo salva-stati, visto che e' solo a beneficio delle banche tedesche e francesi.
 

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