Editoriale - Renzi: fine della ricreazione europea
Rimandato a ottobre. Non era proprio quello che sperava Renzi, dopo aver fatto campagna elettorale col “piu' Europa”, e “noi cambieremo l’Europa”. Un po’ di gratitudine, diamine!
La Commissione Europea, nelle sue Raccomandazioni, ha cancellato all’ultimo minuto l’obbligo di pareggio di bilancio nel 2014 (merito di Tajani), ma rimanda ad ottobre la verifica sui conti. Se il lavoro compiuto in questi 4 mesi scarsi (comprese le vacanze) non dovesse essere soddisfacente, la Commissione potrebbe chiedere urgenti manovre di bilancio. Quindi nuovi tagli e nuove tasse, oltre a quelli gia' contenuti nelle Raccomandazioni del 2 giugno (meno spesa pubblica, piu' tasse su casa e accise).
La campanella di fine della ricreazione per Renzi e' quindi stata suonata, forte e chiara.
Prima Olli Rehn, ineffabile Commissario Europeo (che per fortuna esce di scena), che gli ha ricordato: “rinviare il raggiungimento degli obiettivi di medio termine non pone l'Italia in una buona posizione nei confronti delle regole che ha sottoscritto”.
E poi, nonostante la captatio benevolentia renziana del “la Germania non e' un nemico” di qualche giorno fa, Merkel attraverso il suo portavoce, ha tirato pure le orecchie al nostro Premier, ricordando che “per il governo tedesco e' un buon consiglio attenersi alle regole stabilite insieme, e questo riguarda anche patto di stabilita' e crescita”.
Questa e' l’Europa che gli italiani hanno votato in massa e giulivi.
Claudio GandolfoIdee e opinioni
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