Brexit cosa? Timori sovrastimati!
Brexit cosa? Timori sovrastimati!


Siamo in attesa di vedere domani cosa ci riserverà il dato Markit PMI relativo all’indice dei direttori degli acquisti britannici. Le previsioni indicherebbero un trend in miglioramento rispetto al mese di luglio per quanto è probabile che l’indice rimanga sotto soglia 50 anche per questo mese. Al momento, nonostante ci aspettassimo tuoni e fulmini e saette, i dati macro economici pubblicati nelle ultime settimane (che non avrebbero registrato alcun rallentamento dalla data del referendum) sembrerebbero davvero ridimensionare molto lo spauracchio rappresentato dalla Brexit.



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Continuiamo a credere che i timori legati ad un abbandono della Ue da parte della Gran Bretagna fossero e siano tuttora largamente sovrastimati. Già l’adesione del Regno Unito all’Europa era sottoposto a tali e numerose condizioni che il distacco in corso d’opera non potrà certo cambiare drammaticamente il futuro dell’isola. Sempre dal nostro punto di vista, riteniamo che la Bank of England potrebbe rimanere ferma nel corso della prossima riunione di settembre, in programma una settimana prima rispetto al meeting della Fed. In effetti, il Pil britannico è cresciuto dello 0,6% nel secondo trimestre e la banca centrale aspetterà probabilmente ulteriori evidenze prima di procedere a nuove manovre espansive. Il cambio sterlina/dollaro ha certamente nuovi spazi al rialzo e difficilmente lo vedremo scendere sotto il livello di 1,30. La Brexit dopotutto ha contribuito in maniera notevole al deprezzamento della valuta e di conseguenza la politica ha guadagnato tempi supplementari per mettere a punto la sua exit strategy. Dal punto di vista squisitamente politico, infatti, sarebbe a nostro avviso un clamoroso autogol per Theresa May alimentare timori sul fatto che la Brexit possa anche essere un evento reversibile: è infatti nell’interesse del Paese che la moneta continui la svalutazione in atto. Questa è la ragione per cui il Primo Ministro non arretra di un millimetro affermando che il voto espresso dalla maggioranza degli elettori verrà rispettato.

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Ciò detto, continuiamo a rimanere piuttosto scettici a tal proposito, disposti a rivedere le nostre valutazioni solamente dopo che l’articolo 50 verrà effettivamente invocato e applicato dai cittadini di Sua Maestà.

Yann Quelenn, analista di Swissquote

 

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