Dopo anni di oscillazioni e bilanci spesso in deficit, l'Unione Europea ha finalmente tagliato un traguardo importante nel settore delle tecnologie avanzate. Un sorprendente cambio di rotta ha visto la bilancia commerciale dell'UE tornare in attivo, segnando un momento significativo per l'economia del blocco. Parliamo di beni ad alto contenuto tecnologico, che spaziano dai semiconduttori ai macchinari innovativi basati sull'AI, dalle soluzioni per le energie rinnovabili fino alle sofisticate attrezzature mediche, prodotti che definiscono il futuro dell'industria. Nel 2024, le esportazioni di questi beni cruciali sui mercati globali hanno toccato quota 501 miliardi di euro, registrando un aumento robusto dell'8 per cento rispetto all'anno precedente, il 2023.
Sono dati che emergono con chiarezza dalle rilevazioni di Eurostat, offrendo un quadro dettagliato di questa ripresa. Per dare un contesto, nello stesso periodo, gli Stati Uniti hanno esportato beni high-tech per un valore complessivo di 447 miliardi di euro. Le importazioni dell'UE, d'altro canto, sono rimaste sostanzialmente stabili, fermandosi a 478 miliardi di euro, dopo un lieve calo dello 0,2 per cento. Questo significa un'inversione di tendenza decisiva: dopo ben quattro anni consecutivi di deficit, le imprese europee del settore high-tech possono ora celebrare un surplus commerciale che ammonta a 23 miliardi di euro. I flussi di commercio internazionale rivelano chi sono i principali destinatari delle tecnologie avanzate europee. Gli Stati Uniti si confermano, e di gran lunga, il partner commerciale più importante per le esportazioni del blocco. Washington ha investito circa 156 miliardi di euro in prodotti high-tech provenienti dall'Europa.
Al secondo posto troviamo la Cina, con acquisti per 49 miliardi di euro, seguita dal Regno Unito, che ha speso 48 miliardi di euro. Il settore farmaceutico si posiziona come il vero motore dietro questo surplus. Nel 2024, è diventato il prodotto high-tech più redditizio per le esportazioni dell'UE, generando un fatturato lordo di circa un terzo di tutti i prodotti spediti dal blocco in questa categoria, per un totale di 166 miliardi di euro. I maggiori acquirenti di prodotti farmaceutici europei sono stati gli Stati Uniti, con una spesa di 84 miliardi di euro, seguiti dalla Svizzera (15 miliardi di euro) e dal Giappone (5 miliardi di euro). Gli acquisti statunitensi di prodotti farmaceutici dell'UE hanno però visto una diminuzione del 30 per cento nel 2024, una tendenza che potrebbe accentuarsi nei prossimi anni, il 2025 e il 2026, a causa dell'applicazione di tariffe del 15 per cento imposte dall'amministrazione di Donald Trump. Tale situazione potrebbe spingere le aziende farmaceutiche europee a compensare l'impatto aumentando i prezzi sul mercato interno.
Vediamo già segnali in questa direzione: alcune aziende hanno cominciato a modificare le loro strategie per rispondere alle pressioni statunitensi. Ad esempio, Eli Lilly, un colosso nel settore dei farmaci per il diabete, ha annunciato un aumento dei prezzi in Europa, una mossa che, si suppone, miri a bilanciare i costi o a negoziare posizioni più favorevoli negli Stati Uniti. Le autorità di regolamentazione europee dovranno monitorare attentamente queste dinamiche. Il secondo settore più profittevole per le esportazioni high-tech dell'UE è stato quello dell'elettronica e telecomunicazioni, con 94 miliardi di euro nel 2024. Questa cifra, però, rappresenta circa la metà del valore registrato nel 2023, che ammontava a 187 miliardi di euro. I beni di questa categoria sono stati prevalentemente esportati verso la Cina, che da sola ha rappresentato il 32 per cento degli acquisti di tecnologia avanzata dall'UE. Il settore aerospaziale ha occupato la terza nicchia con il fatturato più alto, raggiungendo gli 88 miliardi di euro, grazie a un notevole incremento del 57% del valore di mercato.
È stata la categoria più venduta in Turchia (37 per cento) e nel Regno Unito (22 per cento). Infine, gli strumenti scientifici si sono classificati al quarto posto, generando 77 miliardi di euro, con la maggior parte di questi prodotti (14 per cento) venduti agli Stati Uniti. Sul fronte delle importazioni, nel 2024, il valore totale dei beni high-tech acquistati dai Paesi dell'UE dalla Cina è stato di 141 miliardi di euro. La Cina si è così confermata il principale fornitore di prodotti high-tech per il blocco, con una quota di mercato del 30 per cento, anche se in lieve calo del 2 per cento rispetto al 2023. Le importazioni dagli Stati Uniti sono rimaste sostanzialmente invariate, e il Paese ha mantenuto la seconda quota di mercato high-tech, con 111 miliardi di euro. Tra gli altri partner importanti per le importazioni figurano:
- la Svizzera (31 miliardi di euro);
- Taiwan (26 miliardi di euro);
- il Vietnam (24 miliardi di euro);
- il Regno Unito (21 miliardi di euro).
In termini di settori di mercato per le importazioni, l'elettronica e telecomunicazioni ha rappresentato la quota maggiore di alta tecnologia acquistata dall'UE, ben il 36 per cento, con la Cina come fornitore principale. I computer e le macchine per ufficio hanno coperto il 18 per cento delle importazioni da Paesi terzi, mentre i prodotti farmaceutici hanno costituito il 15 per cento, forniti soprattutto dagli Stati Uniti (34 miliardi di euro) e dalla Svizzera (22 miliardi di euro). Questo quadro evidenzia una riorganizzazione delle catene di approvvigionamento e un rafforzamento della posizione europea nel complesso ecosistema globale dell'high-tech.
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
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