Borse scommettono su Abe in attesa della Fed. Brutti i conti di Deutsche Bank
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Chiudono positive, seppur lontane dai massimi, le borse europee in una seduta caratterizzata da un deciso risk on sui mercati finanziari globali. A fare da traino al sentiment sono stati per lo più i rumors arrivati nella notte dal Giappone, secondo cui il premier Shinzo Abe, forte del successo alle recenti elezioni alla Camera alta, sarebbe pronto a lanciare un maxi piano di stimoli da 265 mld di dollari (28 mila miliardi di yen). Sebbene non ci siano ancora notizie ufficiali, erano già diversi giorni che sul mercato si ventilavano notizie di nuovi stimoli per un ammontare massimo, però, di 200 mld di dollari. Il Nikkei ha così chiuso sui massimi di seduta. 



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La propensione al rischio ha influenzato anche le borse europee, che non si sono lasciate andare alle brutte indicazioni arrivate dai conti di Deutsche Bank. Così, dopo la nota di ieri di Commerzbank, anche dal primo gruppo bancario tedesco arrivano segnali preoccupanti. Nel secondo trimestre, l’utile netto è sceso del 98% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un calo dei ricavi che ha interessato tutte le business unit. Ciò avvalora l’idea che il settore bancario è in difficoltà non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa. Ragion per cui, all’indomani degli stress test il mercato potrebbe continuare a guardare con scetticismo al comparto.
Dall’altra parte dell’Oceano, segnaliamo i dati macro deludenti (i primi delle ultime tre settimane) arrivati sul fronte degli ordini di beni durevoli di giugno, scesi del 4% m/m, il ritmo peggiore da agosto 2014. Si tratta inoltre del secondo calo consecutivo dopo il -2,8% m/m (dato rivisto al ribasso) di maggio.  La componente dei trasporti è stata quella che ha performato peggio. Non ha entusiasmato neanche l’indice pending home sales di giugno, salito ben sotto le attese a giugno. I dati non hanno ridimensionato di molto le aspettative di un ritocco dei tassi d’interesse, su cui questa sera si pronuncerà la Federal Reserve. Ci aspettiamo che la Fed mantenga un atteggiamento di apertura per un rialzo dei tassi, confermando però la visione prudente sull’economia a stelle e strisce. È troppo prematuro pensare a un ritocco dei tassi senza sapere quale sarà l’impatto sull’economia globale causato dalla Brexit. Un’operazione di fine tuning verbale verrà utilizzata dai vari governatori, che preferiranno comprare tempo prima di agire.

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Intanto i segnali che giungono dai mercati ci spingono a riflettere sulla prosecuzione del rimbalzo. Il Dax oggi è tornato a rivedere area 10.350 punti, livelli di chiusura del 23 giugno, giorno del referendum in Gran Bretagna. E’ stato così chiuso un gap down importante e questo potrebbe far ripartire le vendite. Anche Wall Street sembra essere un po’ affaticata dopo i nuovi record consecutivi macinati nei giorni scorsi. Necessaria quindi una correzione che potrebbe arrivare nelle prossime due sedute in scia a un atteggiamento prudente in vista della pubblicazione degli stress test. Tra le commodity, segnaliamo i nuovi minimi da oltre 3 mesi per il petrolio dopo che i dati sulle nuove scorte hanno mostrato un rialzo inatteso la scorsa settimana.

Vincenzo Longo, Market Strategist IG

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