HCOB PMI Flash Eurozona: forte slancio economico inatteso, ma la Francia mina l'ottimismo futuro


L'Eurozona ha sorpreso gli osservatori con un significativo incremento dell'attività economica a ottobre, raggiungendo il picco più elevato degli ultimi due anni e mezzo. Questo slancio notevole si è manifestato con un rafforzamento dell'occupazione e una contemporanea decelerazione dell'inflazione sui costi, sebbene i prezzi di vendita abbiano segnato un'accelerazione inattesa. Eppure, dietro questa facciata di ripresa, si cela una crescente incertezza tra le imprese, che mostrano un calo di fiducia riguardo alle prospettive future. L'Indice HCOB PMI Flash Composito della Produzione dell'Eurozona, elaborato da S&P Global, è salito a 52.2 in ottobre, un incremento rispetto al 51.2 di settembre.



È il decimo mese consecutivo che l'indicatore si mantiene al di sopra della soglia di 50.0, che separa l'espansione dalla contrazione. Questo dato rivela un robusto aumento dell'attività, paragonabile al ritmo più sostenuto degli ultimi due anni e mezzo, già registrato nel maggio 2022. La crescita ha interessato entrambi i settori economici principali, ma è stato il settore terziario a guidare la progressione, con un'espansione dell'attività che non si vedeva dall'agosto 2022. La produzione manifatturiera ha proseguito la sua espansione per l'ottavo mese consecutivo, mostrando un aumento seppur contenuto, lievemente più rapido rispetto a settembre. In questo quadro, la Germania ha evidenziato una crescita della produzione particolarmente vivace, toccando i massimi degli ultimi ventinove mesi. Anche il resto dell'Eurozona, escluse le sue due maggiori economie, la Germania e la Francia, ha registrato un'accelerazione delle attività che non si osservava da due anni e mezzo.


Un'eccezione, purtroppo, è stata la Francia, che ha segnato il quattordicesimo mese consecutivo di contrazione produttiva, la più marcata da febbraio scorso. Le imprese hanno risposto all'incremento dei nuovi ordini ricevuti con una maggiore attività, con questi ultimi che hanno toccato un record da aprile 2023. Anche qui, è stato il settore terziario a trainare l'espansione, ma nel manifatturiero il flusso delle commesse si è sostanzialmente stabilizzato dopo una flessione a settembre. Mentre gli ordini totali hanno mostrato un'accelerazione all'inizio del quarto trimestre, quelli provenienti dall'estero hanno continuato a diminuire. Però, è importante notare che il calo degli ordini esteri, inclusi quelli intra-Eurozona, è stato marginale e il più lento dall'inizio della sequenza di contrazione, iniziata nel marzo 2022. L'andamento incoraggiante della produzione e dei nuovi ordini ha riacceso la necessità di nuove assunzioni, invertendo la leggera diminuzione registrata a settembre.


Si contano sette mesi consecutivi di crescita dell'occupazione, con un ritmo che a ottobre ha raggiunto i massimi degli ultimi sedici mesi, eguagliando quello di agosto. L'espansione dei posti di lavoro si è concentrata prevalentemente nel settore terziario, dove il tasso di assunzione è stato il più alto da giugno 2022. Gli organici del settore manifatturiero, invece, hanno mostrato la maggiore diminuzione degli ultimi quattro mesi. In ottobre, il lavoro inevaso si è stabilizzato, interrompendo così una fase di calo iniziata nell'aprile 2023. Il settore dei servizi ha registrato il primo accumulo di ordini inevasi in un anno e mezzo, mentre nel manifatturiero si è osservata una leggera diminuzione. La Germania, in particolare, ha visto il primo aumento delle commesse acquisite e non ancora finalizzate dal luglio 2022. Sul fronte dei prezzi, il tasso di inflazione dei costi di acquisto ha rallentato per il secondo mese consecutivo a ottobre, raggiungendo i minimi in tre mesi e posizionandosi al di sotto della media d'indagine.


I costi operativi del settore servizi hanno mostrato un aumento meno marcato, mentre il manifatturiero ha segnalato un nuovo, seppur marginale, incremento dei costi. A dispetto dell'aumento dei costi all'inizio del quarto trimestre, i prezzi di vendita hanno registrato l'incremento più veloce in sette mesi. I prezzi applicati ai clienti dal settore manifatturiero sono cresciuti per la prima volta in sei mesi, allineandosi all'andamento inflazionistico del settore terziario, dove le tariffe hanno avuto un forte aumento, superiore a quello di settembre. La Germania ha visto forti aumenti dei prezzi di vendita, così come il resto dell'Eurozona, escludendo le due principali economie. Le imprese francesi, invece, hanno registrato solo un leggero aumento, una conseguenza del deterioramento della domanda da parte dei clienti. Le imprese manifatturiere dell'Eurozona hanno continuato a ridurre la loro attività di acquisto a ottobre, seppur con un ritmo meno intenso rispetto a settembre.


Questo si riflette anche nelle giacenze degli acquisti e nelle scorte di prodotti finiti, entrambe diminuite più rapidamente del mese precedente. Nel contempo, i tempi di consegna dei fornitori si sono allungati drasticamente, e questo peggioramento si è intensificato per il quarto mese consecutivo, raggiungendo il valore più elevato in tre anni. Comunque sia, i ritardi nelle consegne sono risultati comunque minori rispetto a quelli osservati nel periodo post-pandemico del COVID-19. Nonostante la maggiore crescita della produzione e dei nuovi ordini, la fiducia delle imprese è calata a ottobre ai minimi in cinque mesi, mostrando valori più deboli della media di serie. Le previsioni per la produzione nei prossimi dodici mesi sono meno ottimistiche, sia nel settore manifatturiero che in quello terziario. La Germania e la Francia hanno registrato un'attenuazione della fiducia, ma le imprese del resto dell'Eurozona sono rimaste relativamente ottimiste riguardo a un aumento della produzione nel corso dei prossimi dodici mesi.


Secondo Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, "La Francia continua sempre più ad ostacolare la crescita economica dell'eurozona. Ad ottobre, mentre in Germania la situazione economica è significativamente migliorata, in Francia il tasso di contrazione ha subìto un'accelerazione per due mesi consecutivi. La crescita economica nell’eurozona, di conseguenza, anche se leggermente più rapida, è stata molto più debole di quanto avrebbe potuto essere. Viste le controversie sul bilancio 2026, l'incertezza che l'attuale governo di Sebastien Lecornu possa rimanere ancora in carica, sta causando malessere, contribuendo notevolmente ad indebolire la situazione economica francese. Essendo un grosso acquirente di prodotti e servizi provenienti da altri paesi dell'eurozona, la debolezza della Francia contribuisce all’instabilità della ripresa nel resto dell'eurozona. L'industria dell'eurozona è ormai in stagnazione da quasi sei mesi, con un leggero miglioramento del PMI principale a 50 che fa poco sperare in un'inversione di tendenza, tanto più se si considera che i nuovi ordini hanno riportato una debolezza simile.


In questo scenario, le aziende manifatturiere hanno ridotto ad un ritmo più veloce i loro organici cercando di adattarsi a condizioni di domanda più deboli e di aumentare contemporaneamente la loro efficienza. Anche se le aziende sono state in grado di trasferire prezzi leggermente più alti ai loro clienti finali, i prezzi d’acquisto hanno di nuovo registrato qualche lieve aumento. Ciò significa che è difficile che i margini di profitto siano aumentati notevolmente. L'inflazione generale nel settore dei servizi dell'eurozona è rimasta moderata, e il tasso di inflazione dei prezzi di vendita, pur rimanendo vicino alla media di lungo periodo, è lievemente aumentato. L’aumento dei costi di ottobre è stato leggermente inferiore, quindi da questo punto di vista c'è poco pericolo a breve termine. La Banca Centrale Europea, che segue attentamente l'inflazione nel settore dei servizi, vede probabilmente questi dati come una conferma della sua posizione di non attuare ulteriori tagli sui tassi di interesse
".



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