Eurozona: a gennaio inflazione annua in calo all'1,4%

Negli ultimi mesi ogni rilevazione fotografa una situazione di scivolamento verso la recessione dell’Europa e dell’eurozona in particolare. Se gli indici PMI hanno rivelato una più che brusca frenata del comparto manifatturiero, e le più recenti rilevazioni Eurostat anche un calo vistoso nei consumi, l’inflazione non poteva che proseguire il suo trend di raffreddamento. Peraltro, ogni mese che passa certifica il fallimento della BCE e del suo unico target: avere l’inflazione intorno al 2%. Austerity, riforme e montagne di euro per LTRO e QE sono armi che non hanno avuto alcun effetto, se non far prosperare il solo settore finanziario. E il fallimento di Draghi e soci è testimoniato dall’ultimo comunicato dell’Eurostat, in cui si afferma che il tasso di inflazione annuo dell'eurozona è stato dell'1,4% a gennaio 2019, in calo rispetto all'1,5% di dicembre. A gennaio 2018 il tasso era dell'1,3% (lontanissimo dal 2%). L'inflazione annuale dell'Unione europea è stata dell'1,5% a gennaio 2019, in calo rispetto all'1,6% di dicembre. Dodici mesi prima il tasso era dell'1,6%. I tassi annui più bassi sono stati registrati in Grecia (0,5%), Croazia e Portogallo (entrambi allo 0,6%). I più alti tassi annuali sono stati registrati in Romania (3,2%), Lettonia (2,9%), Estonia e Ungheria (entrambi 2,8%). L’Italia si attesta a +0,9%, la Germania a +1,7% e la Francia a +1,4%. Rispetto a dicembre 2018, l'inflazione annuale è diminuita in sedici Stati membri, è rimasta stabile in cinque e in sette sale. A gennaio 2019, il contributo più elevato al tasso annuale di inflazione dell'area dell'euro è venuto dai servizi (+0,70 punti percentuali, pp), seguito da cibo, alcol e tabacco (+0,36 pp), energia (+0,26 pp) e energia non energetica merci (+0,06 pp).

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