Francia: dimissioni lampo scuotono i mercati, il debito sotto pressione

Francia: dimissioni lampo scuotono i mercati, il debito sotto pressione

Le dimissioni improvvise del primo ministro Sébastien Lecornu, avvenute a meno di un mese dalla sua nomina, hanno catapultato la Francia in una nuova fase di profonda incertezza politica. Questo evento ha innescato immediate e significative reazioni sui mercati finanziari, mettendo sotto forte pressione il debito sovrano del Paese e riaccendendo l’attenzione sul suo stato di salute economica. I rendimenti dei titoli di Stato francesi a dieci anni, noti come OAT, hanno subito un'impennata, superando la soglia del 3,6%. Contemporaneamente, lo spread, cioè il differenziale di rendimento tra l'OAT e il più solido Bund tedesco, ha toccato i 90 punti base, un livello che non si vedeva da diversi anni.



Questa dinamica indica una crescente percezione del rischio da parte degli investitori nei confronti dell'economia transalpina. Questa rinnovata instabilità politica riaccende le preoccupazioni legate al rischio sovrano della Francia, oltre a generare incertezza sulle future politiche regolamentari e di bilancio. Tale situazione colpisce in modo particolare il settore bancario francese, che si ritrova con una significativa esposizione al debito pubblico nazionale. Persino i titoli di società strettamente legate alla spesa pubblica, come Bouygues e Veolia, hanno registrato perdite in Borsa superiori al 3% per via dei timori di possibili tagli agli investimenti statali e di un congelamento dei contratti in essere. Questo clima di cautela pervade ogni angolo del mercato, condizionando le aspettative future. Le dimissioni di Lecornu rappresentano, a tutti gli effetti, l'ultimo capitolo di una crisi politica che sta rendendo sempre più arduo l'approvazione di un bilancio con misure impopolari. Si profila un ampliamento graduale dello spread OAT-Bund, che riflette l'accresciuta incertezza sulla reale capacità del governo di gestire efficacemente la politica fiscale.


Questo scenario rischia di aggravare ulteriormente le sfide legate al consolidamento fiscale del Paese. Senza una nuova legge di bilancio per il 2026, l'ipotesi di elezioni anticipate aumenterebbe la volatilità, con la prospettiva di un ulteriore allargamento dello spread fino al momento del voto. La crisi in atto in Francia riflette chiaramente la crescente instabilità politica e la difficoltà intrinseca nell'introdurre riforme strutturali in un parlamento sempre più frammentato. L'incertezza circa il percorso di consolidamento fiscale e i ritardi nell'approvazione del bilancio 2026 minano la fiducia nella capacità del governo francese di mantenere gli impegni assunti per la riduzione del deficit. Questo elemento è cruciale per la stabilità economica a lungo termine. Malgrado la serietà della situazione, l'impatto della crisi sul resto dell'Eurozona rimane, per ora, contenuto. I titoli di Stato italiani e le obbligazioni corporate francesi non hanno mostrato segnali di contagio diretto, mentre gli altri mercati europei continuano a seguire dinamiche prevalentemente domestiche.


Nonostante ciò, la crisi francese riporta prepotentemente l'attenzione degli investitori sul premio di rischio politico dell'Eurozona e sulla vulnerabilità del fronte fiscale francese, in un contesto macroeconomico già caratterizzato da tassi di interesse elevati e da margini di bilancio sempre più risicati.


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