Dagli ultimi dati dell’indagine PMI di luglio, è emerso che le vendite al dettaglio in Italia hanno segnato un calo e una forte flessione rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Tuttavia, il tasso di contrazione è stato il più lento in tre mesi e gli organici del settore hanno continuato ad aumentare. Per quanto riguarda gli altri parametri, i dettaglianti hanno indicato un calo dei livelli d’acquisto, mentre i prezzi delle merci acquistate sono aumentate solo modestamente e più lentamente del mese precedente. L’Indice IHS Markit PMI delle Vendite al Dettaglio, che registra i cambiamenti su base mensile delle vendite comparabili, ha registrato 47.3 a luglio, in aumento rispetto a 47.1 di giugno, toccando il valore più alto da aprile. Tuttavia il PMI è rimasto inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0 per 19 mesi consecutivi. Le aziende monitorate hanno collegato quest’ultima flessione alle basse presenze e al più debole potere di spesa dei consumatori. In media, le vendite di luglio sono state inferiori allo stesso mese del 2016. Il tasso di contrazione su base annuale è stato il più debole dei tre mesi passati ma comunque notevole. Generalmente le vendite al dettaglio in Italia non sono riuscite a raggiungere gli obiettivi di vendita prefissati nel mese precedente. Anche se leggermente più debole di ciascuno dei due mesi passati, il divario è stato comunque notevole. Le aspettative di vendita per il mese prossimo sono, allo stesso tempo, peggiorate fino a toccare il valore più basso in un anno, con una prospettiva media da parte delle aziende di non raggiungere gli obiettivi pianificati. Tra le potenziali minacce alle future vendite sono state menzionate la mancanza di credito, incertezza politica e condizioni meteorologiche sfavorevoli. Nonostante il forte calo delle vendite, all’inizio del terzo trimestre i dettaglianti italiani hanno continuato ad assumere. Sono 11 mesi consecutivi che il settore sta creando posti di lavoro, anche se a luglio il tasso è rimasto invariato rispetto al ritmo modesto di giugno. L’attività di acquisto, mantenendo il ritmo di contrazione per l’ottavo mese consecutivo, ha comunque presentato un quadro diverso, diminuendo ad un tasso leggermente più rapido rispetto a giugno. Come riflesso delle vendite inferiori alle aspettative, l’accumulo di merce invenduta del settore è continuato ad aumentare, prolungando la sequenza di incremento dei livelli d’inventario a sei mesi. Anche a luglio la pressione dei costi si è mantenuta modesta nel settore delle vendite al dettaglio. I prezzi medi d’acquisto sono aumentati ad un tasso più lento di giugno, segnando un livello nettamente inferiore alla media di lungo termine. Gli aumenti registrati sono stati attribuiti per lo più all’aggiornamento dei prezzi dei fornitori. Unitamente al calo-vendite e all’aumento dei prezzi d’acquisto, i dettaglianti hanno segnalato un abbassamento dei margini lordi dovuto a sconti e promozioni. La riduzione è stata forte e quasi invariata rispetto a giugno.
Secondo Phil Smith, economista presso la IHS Markit, “le vendite al dettaglio di luglio hanno continuato a registrare un andamento mensile in calo, ed i commenti raccolti hanno menzionato il debole potere di spesa dei consumatori ed un corrispondente calo delle presenze. I dettaglianti contattati durante l’indagine sono rimasti sotto pressione offrendo sconti e promozioni per supportare le vendite, riducendo conseguentemente i loro margini lordi. Nonostante questo, i target ancora una volta non sono stati raggiunti. La buona notizia, comunque, è che il tasso di contrazione delle vendite è rallentato per il secondo mese consecutivo. Inoltre i dati di luglio hanno mostrato un aumento delle assunzioni del settore, anche se marginale, aggiuntosi alla creazione occupazionale registrata nei settori manifatturiero e terziario”.