

Questi numeri disegnano uno scenario dove i costi per le aziende stanno diminuendo, con possibili effetti a catena su consumatori e investimenti.
A livello mensile, l'analisi per raggruppamento industriale nella Eurozona mostra un quadro variegato ma con un trend ribassista dominante. I prezzi dei beni intermedi sono diminuiti dello 0,1%, mentre la flessione più consistente si è vista nel settore dell'energia, con un calo dell'1,3%. Per contro, i beni strumentali e i beni di consumo non durevoli hanno registrato un leggero aumento dello 0,1%. I beni di consumo durevoli hanno invece visto una diminuzione dello 0,1%. L'industria complessiva, escludendo l'impatto dell'energia, è rimasta stabile.
Nell'intera Unione Europea, le dinamiche sono simili. I prezzi dei beni intermedi hanno mostrato un calo dello 0,1%, e l'energia ha guidato la discesa con un -1,4%. I beni strumentali e i beni di consumo non durevoli sono aumentati dello 0,1%, mentre i beni di consumo durevoli sono rimasti stabili.
Anche qui, l'industria totale al netto dell'energia ha mantenuto la stabilità.
Osservando le performance dei singoli Stati membri a livello mensile, si notano significative differenze nei prezzi alla produzione industriale. Tra i paesi che hanno registrato i cali più consistenti troviamo:
- Danimarca: -1,3%;
- Paesi Bassi: -1,0%;
- Romania: -1,0%;
- Austria: -0,8%;
Al contrario, alcuni paesi hanno visto un aumento, come: Estonia: +5,4%; Finlandia: +1,9%; Slovacchia: +1,3%;
Anche nazioni chiave dell'Eurozona e dell'UE hanno registrato flessioni importanti: l'Italia ha segnato un -0,7%, la Germania un -0,3% e la Francia un -0,2%.
Il panorama annuale conferma la tendenza al ribasso per l'energia, ma introduce anche elementi di crescita in altri settori. Nella Eurozona, da agosto 2024 ad agosto 2025, i prezzi alla produzione industriale per i beni intermedi sono diminuiti dello 0,3%.
Il settore dell'energia ha continuato la sua forte discesa, con un -4,1%. Ciononostante, altri settori hanno mostrato resilienza e crescita: i beni strumentali sono aumentati dell'1,8%, i beni di consumo durevoli dell'1,6%, e i beni di consumo non durevoli del 2,0%. Complessivamente, i prezzi industriali esclusa l'energia hanno mostrato un incremento dell'1,0%.
Analogamente, nell'intera Unione Europea, i prezzi dei beni intermedi sono diminuiti dello 0,1%, mentre l'energia ha perso il 3,4%. Nondimeno, la crescita è stata evidente per i beni strumentali (+1,7%), i beni di consumo durevoli (+1,6%) e i beni di consumo non durevoli (+2,2%). Anche a livello di UE, l'industria totale senza l'energia ha registrato un aumento dell'1,0%.
Sul fronte dei singoli Stati membri, le variazioni annuali dei prezzi alla produzione industriale evidenziano notevoli differenze. I maggiori cali sono stati osservati in: Portogallo (-4,3%); Lussemburgo (-4,2%); Estonia (-3,2%).
Dall'altra parte, alcuni paesi hanno mostrato un'espansione robusta:
- Bulgaria: +9,1%;
- Svezia: +4,1%;
- Romania: +3,1%;
L'Italia ha registrato un modesto aumento dello 0,5%, la Germania una diminuzione dell'1,9% e la Francia un +0,1%, mostrando traiettorie economiche divergenti all'interno del blocco.

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