Eurozona: inflazione annuale stabile all'1,5% a settembre

Nonostante in Germania si alzino alte grida sul ritorno dell’inflazione, un pretesto per indurre Draghi a iniziare il tapering e diminuire fino ai minimi termini il QE, il dato rilevato da Eurostat per settembre è ben lontano dalla fatidica soglia del “circa il 2%” che sarebbe poi l’obiettivo della BCE.  Infatti, secondo l'Ufficio statistico dell'Unione europea, l'inflazione annuale dell'eurozona è stata dell'1,5% nel settembre 2017, stabile rispetto all'agosto 2017. A settembre 2016 il tasso era stato dello 0,4%. L'inflazione annuale dell'Unione europea è stata dell’1,8% a settembre 2017, in crescita dall'1,7% dell'agosto 2017. Un anno prima il tasso era dello 0,4%. I tassi annui più bassi sono stati registrati a Cipro (0,1%), Irlanda (0,2%) e Finlandia (0,8%). I tassi annui più elevati sono stati registrati in Lituania (4,6%), in Estonia (3,9%) e in Lettonia (3,0%). L’Italia si attesta a un 1,3%, anche se su base mensile ha fatto registrare un arretramento dello 0,1%. La Germania fa registrare un 1,8%, la Francia un 1,1%, la Spagna 1,8%, mentre il dato di UK non è disponibile, ma l’ultima rilevazione era a un sano 2,9%. Rispetto ad agosto 2017, l'inflazione annua è aumentata in undici Stati membri, rimasta stabile in sette e scese in nove. I maggiori impatti dell'aumento d'inflazione annua nell'area dell'euro derivano da “carburanti per autotrasporto” (+0,20 punti percentuali), “ristoranti e caffetterie” (+0,15 pp) e “tabacco” (+0,10 pp), mentre la “protezione sociale” (-0,05 pp), “telecomunicazioni” (- 0,04 pp) e “verdure” (-0,02 pp) hanno avuto i più grandi impatti al ribasso.

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