Industria: a novembre fatturato -0,1% e ordinativi -0,2% su mese
Industria: a novembre fatturato -0,1% e ordinativi -0,2% su mese


Se con le politiche di austerity Monti aveva dichiarato di voler “distruggere la domanda interna”, poi la ovvia conclusione è che le aziende per vendere i loro prodotti devono andare all’estero. E ad esportare l’Italia è seconda a pochi, grazie alla riconosciuta qualità dei nostri prodotti. Però questo discorso è estremamente miope: non si vive di solo export. Il nostro principale Paese importatore è la Germania, che sul surplus di bilancia commerciale ci ha costruito la sua attuale posizione egemone (ancora per poco). In secondo luogo, avendo depresso i consumi interni, in caso di crisi internazionale o anche della sola Germania, i numeri della nostra industria crollano. E non c’è piano B, almeno per ora. Quanto tutto questo non sia una mera ipotesi, lo testimoniano i dati su fatturato e ordinativi divulgati dall’Istat, che pur riferendosi a novembre 2018, confermano la tendenza anticipatoria di ottobre, quando si avevano avute le prime avvisaglie di un rallentamento della crescita globale. E i dazi di Trump da un lato, e la diminuzione dell’import cinese, avevano fatto precipitare i numeri della produzione industriale in Germania, il miglior cliente delle nostre aziende. Se Berlino prende il raffreddore, a Roma arriva l'influenza. Ecco quindi l’importanza di rilanciare il mercato dei consumi interni che potrebbe fornire una qualche camera di compensazione per la nostra produzione. Ma passiamo ai dati ISTAT. A novembre si stima che il fatturato dell’industria aumenti leggermente in termini congiunturali (+0,1%), dopo la flessione dello 0,5% del mese precedente; nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo ha mantenuto lo stesso livello dei tre mesi precedenti. Gli ordinativi registrano una lieve diminuzione congiunturale (-0,2%); nella media degli ultimi tre mesi, sui tre mesi precedenti, si registra un calo più consistente (-1,2%). La dinamica congiunturale del fatturato riflette un leggero aumento del mercato interno (+0,1%) e una variazione nulla di quello estero. Per gli ordinativi la flessione congiunturale è sintesi di una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-1,1%) e di un incremento di quelle provenienti dall’estero (+1,1%). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a novembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale dell’1,9% per i beni strumentali e una riduzione dell’1,0% sia per i beni di consumo sia per i beni intermedi. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2017), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,6%, con una flessione dello 0,4% sul mercato interno e un incremento del 2,5% su quello estero. Con riferimento al comparto manufatturiero, il settore del coke e dei prodotti petroliferi raffinati registra la crescita tendenziale più rilevante (+13,5%), mentre l’industria farmaceutica mostra la flessione maggiore (-9,7%). L’indice grezzo degli ordinativi segna un calo tendenziale del 2,0%, sintesi di una marcata diminuzione, del 4,4%, per il mercato interno e di un incremento dell’1,4% per il mercato estero. La maggiore crescita tendenziale si registra nel settore delle apparecchiature elettriche (+27,4%), mentre la diminuzione più marcata si rileva nel comparto dei mezzi di trasporto (-11,2%).



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