Confcommercio: Pil in rallentamento a febbraio, famiglie più prudenti
Confcommercio: Pil in rallentamento a febbraio, famiglie più prudenti


Chi osserva e parla dell’Italia reale non può evitare di notare che la tanto decantata ripresa (che comunque ci vede agli ultimi posti in Europa per percentuale) è qualcosa che non trova molti riscontri nella realtà. La si osserva in alcuni comparti, ma per la gran parte delle attività produttive e per i consumatori la ripresa è un po’ una chimera. Un fatto che trova sostanza dall’ultima Congiuntura Confcommercio relativa al mese di febbraio 2018. Vediamo nel dettaglio le varie voci.



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Pil mensile
La produzione industriale a dicembre ha registrato una variazione dell’1,6% su base mensile e un aumento del 3,9% su base annuale. Segnali negativi provengono dal mercato del lavoro, dove si è registrato a dicembre un calo degli occupati dello 0,3% (m/m). Il sentiment delle famiglie, delle imprese del commercio al dettaglio e delle imprese manifatturiere ha registrato a gennaio un calo, rispettivamente, dello 0,9% (m/m), del 3% (m/m) e dello 0,3% (m/m). Infine, permane una situazione di stabilità per il fatturato dei servizi che, nel terzo trimestre del 2017, ha registrato una variazione congiunturale nulla mentre i nuovi ordinativi industriali hanno registrato, a novembre, una crescita dello 0,3% (m/m). In linea con queste indicazioni, si prevede per febbraio 2018 una crescita del PIL mensile dello 0,1% (m/m) e una crescita tendenziale dell’1,3%, in rallentamento rispetto al mese di gennaio 2018.
ICC (Indicatore Consumi Confcommercio)
L’attenuarsi della fase di recupero dei livelli occupazionali, associata al permanere di un’area molto ampia del disagio sociale, e un’evoluzione non lineare dei principali indicatori congiunturali continuano a determinare un comportamento molto prudente delle famiglie sul versante dei consumi. A gennaio 2018 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato un calo dello 0,1% rispetto a dicembre e dello 0,5% su base annua. In termini di media mobile a tre mesi si conferma la tendenza al rallentamento iniziata alla fine dell’estate.

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Le dinamiche congiunturali
Il calo dello 0,1% registrato in termini congiunturali dall’ICC a gennaio, dato che segue alla riduzione dello 0,2% di dicembre, è sintesi di una flessione dello 0,3% della domanda di beni e di un aumento dello 0,2% di quella relativa ai servizi. Per quanto concerne le singole macro-funzioni si rileva come il quadro generale sia stato caratterizzato da andamenti disomogenei. Solo per i beni e i servizi per le comunicazioni si è registrato un aumento apprezzabile (+0,5%). Un incremento di modesta entità ha interessato la domanda per i beni e i servizi ricreativi, per gli alberghi ed i pasti e consumazioni fuori casa e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1% rispetto a dicembre). Per contro la flessione più significativa (-0,5%) ha interessato i beni e i servizi per la casa. Lievemente più contenuta è risultata la riduzione della domanda di beni e servizi per la mobilità (-0,4%), segmento per il quale è proseguita la tendenza al rallentamento legata ad un’evoluzione meno favorevole della domanda di autovetture da parte delle famiglie. Più contenuto è risultato il ridimensionamento della spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,2% rispetto a dicembre) e per l’abbigliamento e le calzature (-0,1%).

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Le dinamiche tendenziali
Nel confronto su base annua a gennaio l’ICC ha registrato una flessione dello 0,5%, amplificando la tendenza alla riduzione già emersa a dicembre (-0,1%). Il dato dell’ultimo mese è sintesi di un’evoluzione positiva della domanda relativa ai servizi (+1,4%) e di una flessione di analoga entità della spesa per i beni. Rispetto a gennaio del 2017 l’incremento più significativo ha riguardato la domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,4%). Più contenuta è stata la crescita, su base annua, per i beni e i servizi ricreativi (+0,6%), per i beni e di servizi per le comunicazioni (+0,5) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,2%). In linea con quanto registrato nei mesi precedenti la riduzione più significativa ha interessato il segmento relativo ai beni e servizi per la mobilità (-4,6%). Tale andamento ha continuato a riflettere sia il rallentamento in atto sul versante della domanda di auto da parte dei privati, sia il permanere di una fase di debolezza dei consumi di carburanti. Più contenuta è risultata la riduzione per i beni e i servizi per la casa e per l’abbigliamento e le calzature (-0,7%) e per gli alimentari le bevande ed i tabacchi (-0,3%).



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Prezzi: le tendenze a breve termine dei prezzi al consumo
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di febbraio 2018 si stima, rispetto a gennaio, un aumento dello 0,2%. Nel confronto con febbraio del 2017 l’inflazione dovrebbe segnalare un ulteriore rallentamento attestandosi allo 0,6%. 

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