Produzione industriale: a novembre -1,4% su mese e -4,2% su anno
Produzione industriale: a novembre -1,4% su mese e -4,2% su anno


E piano piano la realtà dei fatti dimostra di avere la testa più dura di chi è quotidianamente sui media a narrare che tutto va bene e che la pandemia è stata e viene affrontata nel migliore dei modi possibile. I numeri raccontano invece altro, specchio di un Paese che giorno dopo giorno affonda sempre di più. E a conferma di questo, dopo i pessimi dati sul commercio al dettaglio di ieri, arriva anche la nota Istat secondo cui a novembre 2020 la produzione industriale italiana è diminuita sia su base congiunturale sia in termini tendenziali. Tra i principali settori di attività solo i beni intermedi registrano un modesto incremento congiunturale. Rimane, tuttavia, positiva la variazione della media degli ultimi tre mesi rispetto ai precedenti (+2,1%). Nel confronto con febbraio 2020, mese antecedente all’esplosione della crisi pandemica, l’indice destagionalizzato è inferiore del 3,5%.



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A livello dei principali raggruppamenti di industria tutti i comparti risultano in diminuzione su base annua, particolarmente accentuata per i beni di consumo. Ma passiamo ai dati più completi.
Secondo l’Istat, a novembre 2020 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell’1,4% rispetto a ottobre. Nella media del trimestre settembre-novembre il livello della produzione cresce del 2,1% rispetto al trimestre precedente.
L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni intermedi (+0,2%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-4,0%), l’energia (-3,6%) e i beni strumentali (-0,6%).
Corretto per gli effetti di calendario, a novembre 2020 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 4,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 20 di novembre 2019). Flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti; la riduzione è meno pronunciata per i beni intermedi (-0,2%) e i beni strumentali (-2,8%), mentre risulta più rilevante per i beni di consumo (-9,8%) e l’energia (-5,6%).
I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+5,9%), la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+2,9%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,3%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-26,7%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-18,3%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-8,2%).

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